Grintoso, semplice, melodico al punto giusto e frizzante!

Ecco gli aggettivi per descrivere questo ritorno in pompa magna dei Trixter, nel catastrofico 2012, ovvero "New Audio Machine". Di strada avevano cominciato a farne gli ex quattro ragazzini del New Jersey, che debuttarono nel lontano 1990 col loro omonimo album di hard rock melodico. Eppure, non ho mai sopportato il loro debutto: troppo mieloso e commerciale, canzoni alla Shania Twain, insomma una disfatta per il mio cuore fatto di passione e hard rock. Meglio andò con quel capolavoro a nome "Hear!" (1992), che però non se lo cagò nessuno e così si abissarono in piena era grunge come tutti i buoni gruppi di musica sanguinea (se non per consegnarci prima del definitivo addio, mai dichiarato, un album di cover nel 1994, "Undercover" appunto).

Una carriera non certo longilinea alla AC/DC o alla Black Sabbath, ma sicuramente qualche colpetto lo avevano sparato bene i quattro "jersiani", composti dalla voce graffiante e acuta al punto giusto del cantante Pete Loran, del fin troppo sottovalutato chitarrista Steve Brown e della ottima restante parte ritmica, ossia PJ Farley al basso e il simpaticissimo batterista Mark "Gus" Scott.

Come detto in apertura, una ventata di aria fresca ci voleva proprio, soprattutto perchè questo mi sembra veramente uno dei più riusciti album di hard rock melodico di quest'anno: un esempio è "Drag Me Down", autentica chicca di questo disco, con un inizio quasi country all'inizio che poi sfocia in una vera e propria mazzata nei denti o il riffone irresistibile di "Ride", dotata di cori veramente efficaci, quindi due canzoni che già si candidano sicuramente come le migliori dell'album. Non da meno è "Tattoes & Misery", estratta come singolo e molto solare; neppure "Machine" non scherza, canzone molto incalzante e che cresce in un crescendo crescente crescente! Non ve la so spiegare ma questa è la sensazione data, accattivante!

Stesso discorso dicasi per le cadenzate "Get On It" (dotata di un refrain formidabile e di un ottimo lavoro di chitarra) e "Dirty Love", più vicina ai territori dei compagni Danger Danger. Molto buone anche le due ballads, la sensuale "Live For The Day" e la più moderna alla Nickelback "The Coolest Thing".
Più ordinarie invece ma di discreta intensità "Save Your Soul" e la punkiana "Walk With A Stranger", mentre non ho sopportato proprio "Physical Attraction" canzone veramente riempitiva e troppo scontata.

Se i difetti sono solo 1-2 canzoni il problema non si pone davvero: l'album cattura fin dal primo ascolto ed è veramente difficile non canticchiarci sopra.

Speriamo anche che questa inflazione di reunion finisca, anche se ben vengano reunion di questo tipo e con questi disconi, poichè manca solo Sandy Marton all'appello e vedere un "People From Ibiza 2" me lo aspetto a sto punto!

Prossima azione da svolgere, rompere una chitarra e buttarla per aria (se è ancora integra!) oppure sentire i Trixter e farsi una cantata a squarciagola sotto la doccia!

Carico i commenti... con calma