Turbonegro... un nome, un programma. Un nome razzista con messaggio anti-razzista.

Un controverso gruppo di norvegesi politicamente scorretti, conosciuti anche per la loro immagine, mettendo in scena diverse gimmick (quella degli omosessuali/travestiti è la più famosa).

Giochi a parte, il fatto più interessante è il genere proposto, definito da loro come "Deathpunk", le cui radici sono fondate su Punk Rock, Heavy Metal e Glam Rock.

"Hot Cars And Spent Contraceptives", essendo il debutto, da tuttavia un assaggio di ciò che effettivamente sarà il genere proposto, facendo ancora affidamento al Noise Rock che li aveva contraddistinti nei primissimi anni.

Il disco propone generalmente brani di stampo Punk Rock oscuro, grezzo, tagliente, con vertiginose sfuriate di Hardcore Punk. Prodigiosamente rugginoso, produzione ruvida, superabile solo dalle sonorità crude e corrosive del Black Metal sfoderato dagli Ulver nel lugubre "Nattens Madrigal". La Norvegia è la Norvegia, amici miei.

Voce che sbraita e cigola continuamente; tecnica musicale molto semplice ma decisamente efficace. Testi sarcastici, spesso incentrati su tematiche sessuali.

"Librium Love" è l'apripista con il monologo fortemente a sfondo sessuale di una ragazzina a preparare il palco alle ossidanti chitarre; "Vaya Con Satan" si presenta con un Punk con reminiscenze a dir poco Black Metal, anche vocalmente; i feedback sporchi dei 10 minuti di "Prima Moffe"; la furia incalzante di "Manimal"; le sonorità metalliche di "New Wave Song", con un riff che ricorda "N.W.O." dei Ministry; il simil-Sludge robotico di "Nadsat Come Easy"... tutti fattori che contribuiscono a rendere l'album variopinto nella sua coerenza, mai noioso.

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