“La forza è nei numeri”, cioè nel gruppo: e quale migliore immagine per simboleggiarla quella del branco di lupi in copertina, nobili animali che hanno, inciso profondamente nel proprio DNA, uno spirito collaborativo e gerarchico, tanto che da solitari faticano assai a sopravvivere.

Tyketto invece non significa niente, era solo una scritta scarabocchiata in un muro di New York e che a qualcuno di questa band del New Jersey suonava bene. Suonano bene pure i quattro componenti della band, e rilasciano un hard rock sereno e positivo; quindi fuori moda nel 1994, anno di uscita di questo loro secondo album e fulcro di un periodo in cui invece nel rock tirava tanto la depressione e la sofferenza.

L’eccellenza del disco è la seconda traccia “Rescue Me”, un hard rock appena appena funky ma dal tiro mostruoso, per merito di tutti e quattro basso batteria chitarra e voce. Ogni volta che la ascolto trasecolo, è proprio una bomba, giustifica il possesso dell’album e trascina con sé anche le altre canzoni, come qualche volta succede nei dischi.

Il leader Danny Vaughn canta bene, solido. Il chitarrista Brooke Saint James non fa mai il fenomeno e bada invece al sodo, con belle idee ritmiche e quasi niente assoli oppure, quando presenti, stringati e compatti. Bei suoni! Il produttore è Kevin Elson quello che qualche anno prima aveva reso sublime la resa del secondo lavoro dei consimili Mr.Big, “Lean Into It”.

Tale disco dovette essere pubblicato per un’etichetta secondaria, perché la multinazionale col quale avevano firmato era passata a tempo pieno al grunge. Registrato nel 1992, “Strenght in Numbers” guadagnò timidamente gli scaffali dei negozi due anni dopo, dopodiché la moglie del frontman si ammalò di cancro e il buon Vaughn, uomo vero, salutò la compagnia e si piazzò a casa sua ad assisterla, sino alla morte.

Poi è tornato, ha ripreso le redini del gruppo e pubblicato qualche altro disco, riuscendo a mantenere un piccolo seguito da culto (quando invece il primo lavoro del 1991 era diventato disco di platino), nel qual seguito è compreso il sottoscritto che ha avuto pure il piacere di vederli suonare, alla grande, a Bologna davanti a centocinquanta meritevoli gatti.

La gente con le palle meriterebbe maggior fortuna, ed anche le loro mogli. Il primo disco dei Tyketto “Don’t Come Easy” è di sicuro il meglio, ma pure questo viaggia bene.

Carico i commenti...  con calma