E' certo impressionante scoprire che idolo dell'heavy metal classico, di puro stampo teutonico, come Udo Dirkschenider a quasi 64 anni, riesca ancora a tirar fuori album degni di nota. La carriera dalla sua band post-Accept, gli U.D.O. per intenderci, non ha mai avuto grandi falle, è sempre stata improntata su ciò che ho detto prima, puro e semplice heavy metal. Mai avuto grandi sperimentazioni, nè avvalsi di grandissimi musicisti, ma in tutto ciò, è stata, ed è tuttora una delle poche band heavy metal storiche a tirar fuori album fottutamente belli. Sì, perchè questo nuovo "Decadent", non potrebbe essere definito meglio. Dall'intro "Speeder", che ci fa capire come stanno le cose, alla potente House of Fake, alla strana Mistery, che nella sua cadenza quasi psichedelica, riesce a meritarsi il titolo di una delle migliori tracce dell'album. Bellissima "Pain", una sorta di semiballad, ma con la quale Udo, e sopratutto la sua voce che a 64 anni è perfettamente identica a quando ne aveva 30, riesce a farla sembrare ancora più coinvolgente. Si ricomincia a fare headbanging con "Breathless", song trascinante, e con "Words in Flame" si respira un aria di ballad che sarò sincero, a me ha fatto commuovere.
Udo è questo, un piccolo nano malefico che ha sicuramente fatto un patto con il diavolo per riuscire ancora alla sua età a sfornare album del genere. Ogni metallaro che vuole definirsi tale, o anche semplice amante del metal (il termine metallaro lo odio, sempre odiate le etichette), dovrebbe avere nel suo bagaglio culturale Udo Dirkschneider, un tappeto con una voce che a primo impatto può non piacere, ma che alla fine saprà conquistarvi.
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