Onde sonore che scuotono la terra e fanno vibrare la suola delle scarpe. Se alzi lo sguardo, con un telescopio forse puoi vederli: strali lividi, pezzi di iperspazio che si sciolgono tra campi magnetici in conflitto.
Ufomammut è il suono prodotto dal collasso di un pianeta inghiottito dal buco nero. Poia, Urlo e Vita dopo due album di pregevole fattura (Godlike Snake e Snailking) e numerose partecipazioni a lavori di spessore (su tutte, Stone Deaf Forever e Blue Explosion - Tribute to Blue Cheer) ritornano con un monumentale ep – cinque brani su cd, sei su vinile per una durata complessiva di 35 minuti circa- accompagnato da un dvd che decodifica e traspone in video l'esplorazione mentale e sensoriale di questo Lucifer Songs.
Soundscapes allucinati e allucinanti, in una fusione perfetta di suoni-immagini che riattualizza quell'esperienza di sovraccarico nella percezione sensoriale propria alla psichedelia. Ma non basta, perché il suono degli Ufomammut è qualcosa che riempie, che squassa e che si agita in una mescolanza scura di drones che lambiscono l'ambient, tellurici assalti proto-stoner e liquami rumorosi da post rock.
"Blind" riparte dove finiva "Hopscotch" – nel precedente Snailking- di cui sembra una coda insistita ma più dilatata, avvolta com'è attorno a quel sample di voce che sembra dettare i tempi della chitarre, basse e malvagie. "Hellcore" rianima i suoni crudi dei Motorpsycho di "Fleshharrower" uniti alla furia psichica dei Neurosis; "Hypnotized" è un drone isolazionista e desertico che risponde all'infernale metodo di stampa inventato dagli Earth. "Mars" chiama a raccolta tutti i demoni, compresi quelli degli High On Fire, e qui la voce di Urlo -appena dentro la soglia di controllo- è un suono sordo e quasi lontano che trascina sul fondo la furia metallica del pezzo. "Astrodonaut" invece è un puro trip da iperspazio, è il vuoto nei polmoni e non più l'ossigeno, l'astronauta che ha perso il casco e che prima di implodere viene risucchiato silenziosamente nell'immenso cosmo. Alla fine, la titletrack "Lucifer Song" (stupendo bonus che premia l'acquisto del caro, vecchio vinile!) come l'ecoscandaglio di un mastodontico sommergibile perso nel fondo, tra le alghe nere del mare d'un altro pianeta. Metallico, cupo, ipnotico e lattiginoso come una luna tra le nubi, "Lucifer Songs" è un'autentica sfida, il peccato di 'ubris' degli Ufomammut.
Più semplicemente un disco ed un'esperienza meravigliosa, che richiama lo stadio immediatamente precedente al buio, quando le ultime percezioni diventano nebbiose e si ha giusto il tempo di guardare i colori intorno cambiare, improvvisamente meno caldi ed un poco più vaporosi. È un tempo infinitesimale, sospeso. La vertigine di un nulla cosmico...
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