"Ai Confini Tra Sardegna e Jazz" è una storica & stoica rassegna musicale tendenzialmente jazz che si tiene più o meno consecutivamente da trent'anni nel minuscolo comune di S'Anna Anna Arresi, eremo radicato nel profondo sud-ovest proto-insulare.

Scorrendo il cartellone dell'edizione 1996 ci si rende immediatamente conto che fu una rassegna anomala, ancor più particolare del solito e di quelle che seguiranno:

Michel Petrucciani
Ivano Fossati
Noa & Band
Diatriba
Herbie Hancok
Little Bird
Elena Ledda & Sonos Special Guest Noa
Fontella Bass Spiritual Gospel
Joshua Redman
Orchestra Jazz Della Sardegna
Unsane
Crash Worship

Unsane e Crash Worship lì in mezzo c'entrano come i granchi a colazione, dirà qualcun_.

Nonostante ciò vennero inclusi all'interno del cartellone a distanza di pochi giorni gli uni dagli altri: non stordirono il pubblico dalla piazza centrale del Nuraghe (ove si tiene abitualmente la rassegna) ma in una sorta di balera ricavata in mezzo ai pini poche decine di metri retrostante la spiaggia.
I due concerti vennero pensati come evento "laterale" e conchiusivo di quell'edizione: a metà settembre nell'ordine si esibirono prima gli scalcagnatissimi, furiosi CW, poi la settimana successiva il mefistofelico trio Niuiorchese.

Se non sapete chi sono o fate un immediato corso accellerato o sarà bene che lasciate per sempre questa landa di sbandati.
E' un suggerimento. Non un consiglio.

Il tour del trio di Nu York era quello di supporto a quello che viene unanimemente considerato il loro capolavoro: l'escatologico/escapista "Scattered, Smothered & Covered".
Adesso che ci penzo ricevetti direttamente dai sanguinanti polpastrelli di Vinnie Signorelli un 45 giri (vinile, ov corz) dalla rapace copertina pubblicato appositamente per il tour europeo.
Dovrei averlo ancora da qualche parte. Poi lo cerco.

Ma torniamo a noi, anzi a loro.
The Unsane.

Ricordo che quella sera/notte a Porto Pino c'era un cospicuo umido, quasi freddo: per la nostra latitudine s'intende.
Diciamo 15-16° Farenait o centigradi, a seconda dei gusti.

Se la memoria non mi inganna c'era anche un gruppo italico di supporto che (forse) gli aveva procurato le date nel suolo stivalizzato: mi sa che facevano più o meno Noise Rock anche loro. Ma non chiedetemi il nome. E neanche il mio Breil.

Verso le 23.00 oggiudilì Chris, Vinnie e Dave decidono di salire sulle lignee e fatiscenti assi del palco, decidendo che quei (forse) ottanta/cento disperati che avevano deciso di farsi falcidiare per benino l'apparato uditivo avrebbero nottetempo avuto quello che meritavano.

Ai lati del palco c'erano due diffusori abbastanza spartani e poco altro per amplificare il tutto: eppure incredibilmente il suono è (era) complessivamente più che dignitoso e poderoso.
I brani tratti dall'allora recente "Scattered" risultarono al contempo portentose stilettate al cuore e micidiali scariche adrenaliniche al cervello: lo sguardo allucinato/deformato di Chris che avviluppava, quasi inghiottiva, il microfono nei frangenti "cantati" lo ricordo come lo avessi di fronte in questo momento; peraltro il suo ghigno ferale era a poco più di due metri da me.

A metà set rammento che iniziò addirittura a piovere: se avessero anche fatto la cover di "Raining Blood" son sicuro sarebbe apparso dalle retrovie Belzebuth e sarebbe caduto giù il mondo: per fortuna hanno evitato.

Le esecuzioni (in tutti i sensi) tritacarne delle monumentali "Scrape", "Can't See" e la armonicizzata "Alleged", sferzarono l'aere e i sempre più sparuti e infradiciati desaparecidos sotto il palco senza esclusione di colpi.
Mi sembra di sentire ancora rimbombare quell'abbacinante groviglio che usciva dall'amplificazione. O forse è il fatto che mentre scrivo ho il disco in sottofondo.

Non so Voi, ma ci sono stati concerti a cui non ricordo nemmeno di aver assistito: nonostante fossi sempiternamente sobrio e lucido (si fa per dire).
Questo, anche se sono passati autentici eoni, di sicuro non è (stato) uno di quelli.

Dopo aver salutato e ringraziato con signorile stretta di mano (contraccambiata) tutti i membri del trio siamo tornati a casina felici e contenti anche se nella via del rientro schiacciammo una marea di ranocchie che avevan curiosamente deciso di invadere per lunghi tratti il vano della carreggiata.
Non è mai più successo.

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