De-Unsane (Come-back Vol. 2)

Cristiano Spencer * with rouge-impiastricciata, morgueistica, insalubre-congrega, persevera delittuosamente quanto magnifiqamente, nel proprio artisticamente fertile, deforme e intellettualmente tragicomico tragitto dopo l'esorbitante e sanguinariamente-sanguigno, stoico rientro di circa trecentosessantacinque giorni or furono.

Nientepopòdimenoché la Pattonense Ipecac sdògana et rende fruibile cotanta arroventata e nuova, efferata, lugubre, pseudo-rock paginam: il caustico appiglio sound-trascendentale permane, Deo Gratias (et semper) quello noise-estremista scelleratamente tratteggiato e noto ai cordiali afitzionados ("Scattered.." '95) dei tré affabili amichetti Nù-Yorkesi, ma, ad onor degli sforzi ivi propugnati, s'intrasente [nell'esacerbante kaos organizzato und generosamente profferto] una ferrea volontà nel non voler traghettare a fossilizzazione il proprio finora pressoché esemplare modus esprimendi.

Los Unsalubrous originari et pour excellence, in ritrovata et ivi confermata, dado-star, classica, incarnazione tipo, sigillano con assoluta perentorietà il sozzo et sanguinolento prìmato di odierna plateale e stomachevolmente scudisciante noise rock-realtà maggiormente plausibile et percepibile: fautori del rock-lava più (nefandescamente) urticante, gretto, indi godibile, generato nella dehumanizzata Big Apple.
Il suono/(im)materia stavolta è costituito da un'addizione di inusitata corposità e ancor maggiore stordente organicità, ben superiore rispetto a quanto udito (in cattività) fin'oggi, frutto altresì d'una [inattesa] efficacissima e adeguata registrazione chè restituisce fedelmente quanto integralmente la immane densità (chì ha avuto la fortuna, sà di ché farnetico) delle esacerbanti, deturpanti, esibizioni on stage propugnate dai loschi figùri in quaestionem.

"Visqueen", così come il suo efferato predecessore, potrebbe potenzialmente divenire appropriata suono-struttura portante per una nuova e eventuale (as usual) visionaria maledetta opera celluloidistica (Abel)Ferrariana: un suono particolarmente congestionato eppure arioso, nerboruto, dai connotati para-cancerogeni, sordido, ma contestualmente dotato di rigenerante vitalità e vivida efferatezza; ça va sans dire, la compatta e radicata poltiglia acustica propugnata nel corso degli onze episodi in esame non son altro ché l'ennesimo, riuscito, mèlange di urbana paranoia e killeristica dissociazione psichico-attitudinale: un climax sonoro (mai così) scorbutico, doloroso, eppure straboccante-esuberanza, catapultato ai suoi improbabili ed estremi (positivi) esiti.

Invero (H)arduo segnalare ipotizzabili picchi in un'opera talmente solida e convincente, magnanima nel regalare ampie e garantite sound-deturpanti satisfactions: basterebbe la fenomenale, turgidissima triade iniziale "Against The Grain" / "Last Man Standing " / "This Stops At The River" (arricchita da semi-sepolta, dal bailamme circostante, armonica-a-bocca) per non consentire e/o lasciar spazio ad alcuna misinterpretazione di sorta: esto appare (mi si perdonerà la bieca scurrilità) discobolo fornito sia di pro chè di controcosiddetti. La sintomatica e assassina epicità raffigurata in "Only Pain" lascia realmente raggelati: segnale evidente, e riuscito, della intrinseca volontà e necessità di non volersi (ri)cacciare perennemente nel medesimo e inenarrabile (ancorché efficace) incubo: desiderio di (moderato)rinnovamento pur restando sostanzialmente fedeli a sé medesimi e a quanto tutt'altro che escatologicamente estromesso nel corso della propria quasi ventennale historia.

Inzomma: sconcertatio positiva a iosa, acciderba!

*Fratello del pugilatoreo Bud ? Ad origliar i temibili fendenti gènerati, puedrebbe anche essere.

N.B.
La presente de-farneticazione risulta copiata (ciclostilata ?) in tutto o in parte da QVI': esibite, nella eventualità lo riteniate opportuno, le Vostre civili rimostranze acchìdidovere (editors@debaser.it).

 

 

 

 

 

 

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