La notizia della morte di Valerio Evangelisti mi ha molto rattristato. Era il 2001 quando per caso comprai in edicola l’edizione Urania di Nicolas Eymerich, Inquisitore. Fu per me una rivelazione. Tra l’altro, grazie a Nicolas Eymerich, Inquisitore (che vinse il Premio Urania), conobbi lo straordinario romanzo di Jean Ray Malpertuis omaggiato nel libro con un’astronave chiamata appunto Malpertuis. L’invenzione del personaggio dell’Inquisitore Nicolas Eymerich (uno specchio distorto, in chiave psicanalitica, della stessa personalità dell’autore) è stato qualcosa di realmente innovativo nella letteratura fantastica. Lo scrittore bolognese è stato a suo modo un innovatore introducendo la contaminazione fra generi: nella sua narrativa troviamo fantascienza (universi paralleli che molto devono al suo amato Philip K. Dick) , romanzo gotico (con influnze “lovecraftiane) e romanzo storico (Evangelisti era uno storico). Nicolas Eymerich è stato un personaggio realmente esistente (era in inquisitore domenicano): nel romanzo Picatrix scala per l’Inferno l’autore, in un racconto breve, ce ne fornisce un ritratto: Eymerich nasce a Gerona nel 1320, prende i voti a 14 anni e diventa inquisitore nel 1352. La sua missione è quella di distruggere in tutti i modi gli oppositori della Chiesa. Qualche lettore non lo sopportava: in effetti è un personaggio di una spietatezza e di una freddezza estreme. Tuttavia il suo carisma sapeva conquistare. A mio avviso il vero capolavoro di Evangelisti è stato Cherudek.

In Cherudek la storia si muove su 3 piani differenti. La vicenda storica è ambientata durante la guerra dei 100 anni in Francia. Troviamo poi una narrazione che si svolge in una città nebbiosa sospesa in un limbo indefinito (una sorta di Purgatorio) e infine c’è il Cherudek, un luogo di torture, dove lo spirito (e non il corpo) di Eymerich regna sovrano. La parte dedicata alla guerra dei 100 anni è stupenda e molto accurata (come di consueto) dal punto di vista storico. Troviamo Eymerich nel Palazzo dei Papi di Avignone mentre cerca di sanare l’errore eretico e, in particolare, alcuni libri dove viene scritto che la verità non è una sola. Durante la storia l’Inquisitore incontrerà poi la predicatrice Brigida di Svezia e sua figlia Caterina. Infine farà la conoscenza suo malgrado di Rupescissa, simbolo dell'Anticristo. Alla fine la vicenda diventa una sorta di ricerca di 3 campane conservate dai Templari. Ma anche la misteriosa città avvolta nella nebbia, in cui i 3 padri Jacinto Corona, Celeste e Gonzalo vivono una vita miserrima e allucinata, è un’invenzione memorabile e rappresenta l’anticamera del Purgatorio a cui si accede tramite un piano inclinato. Vi troviamo stanze d'albergo abitate da formiche e lumache insanguinate che imprigionano le anime in pena. I tre provano a decodificare il misterioso simbolo su cui è basata la pianta della città. Tutte le vie principali formano una croce in cui la chiesa di San Malvasio viene posta al centro. Poi c’è il citato Cherudek (creazione dello stesso Eymerich) che, in realtà, esiste anche nell’inconscio collettivo. Si tratta di una una sorta di “tempo zero” dove sono radicate le nostre memorie ancestrali e rivela la grande importanza data da Evangelisti alla psicanalisi (in un altro romanzo dedicato ad Eymerich ovvero “Il mistero dell’ Inquisitore Eymerich si si parlava molto della figura di Wilhelm Reich). Viene poi anche sviluppata la tematica alchemica tramite un simbolismo ermetico che permetterà la realizzazione dell’Opera Prima e l’accesso al Cherudek. La chiave è contenuta nella formula “Sapor arepo tenet opera rotas”.

Cherudek è davvero un romanzo potente ed apocalittico che, per essere apprezzato pienamente, andrebbe letto più volte ma che, nondimeno, si legge tutto d’un fiato. Con questo e molti altri libri (oltre al ciclo di Eymerich ricordo la trilogia su Nostradamus e la raccolta di racconti Metallo urlante) Evangelisti ha fatto la storia della letteratura fantastica italiana.

Carico i commenti... con calma