Van Morrison, dopo la doppietta-che-neanche-Pelè “Astral Weeks”/”Moondance”, si sposa, e probabilmente in conseguenza di ciò dà alle stampe un album solare, disimpegnato e meno ambizioso dei precedenti (dal booklet: “he was sickeningly alone, afraid and ranting to be neither… now look at the good feelings that radiates").

Come dare torto a queste parole, quando l’apertura del terzo album di Van The Man è affidata al singolone “Domino”, ennesimo esempio di come il nostro sappia costruire melodie catchy ma mai banali, ritornelli di sicura presa con chitarre che sotterraneamente ricamano e i fiati che elevano e fanno venire voglia di ballare; e se di “Crazy face” si ricorda l’andatura blues e la tromba che squarcia quella che è una canzone che Morrison scrive a occhi chiusi, “Give me a kiss” è un divertissiment con un classico giro di piano impreziosito da cori che più pop e anni ’60 non si può. “I’ ve been working” è esempio di rock con venature delta/soul talmente muscolare e rovente che potrebbe appartenere a John Fogerty, e tra chitarre ed organi c’è anche tempo per un bel solo di sax; “Call me up in dreamland” ricalca troppo altri episodi pregressi del corpus morrisoniano, mentre “I’ ll be your lover, too” è una tenera e sofferta ballad, dichiarazione d’amore delicata che ricorda vagamente le atmosfere della settimana astrale; di “Blue money” non c’era gran bisogno, e “Virgo clowns” ha senso solo nel ricordare che questo è un album fatto per divertire e per divertirsi, per celebrare un momento di felicità senza farsi troppe seghe mentali.

Gypsy queen” è forse uno degli episodi migliori dell’album, una ninna nanna, un carillon soul cantato quasi a la Marvin Gaye. “Sweet Jannie” insiste nel solco blues (e qua l’ascoltatore comincia a dare qualche segno di noia), e “If I ever needed someone” sembra una copia dell’iniziale “Crazy face”. Meglio la conclusiva “Street choir”, sognante e calda, degna conclusione di un album sufficientemente riuscito, allegro e romantico, con qualche ripetizione di troppo, ma che comunque si lascia ascoltare più che volentieri.

Ma se dovete accostarvi a Van Morrison, siete nel posto sbagliato.

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