Gli anni ottanta in America furono segnati dall'arrivo di alcune grandiose "heavy metal band" che avrebbero fatto la storia nel loro campo, molti di loro addirittura sono stati definiti i re mida del genere: parlo degli Iron Maiden, i Megedeth, i Pantera e chi più ne ha più ne metta.

Putroppo nel nostro paese la musica rock, specialmente il metal, non ha goduto la stessa fortuna e lo stesso impatto che ha avuto invece nel resto del mondo (dico "mondo" in generale perché nel corso degli anni sarebbero nate numerose altre band di sottogenere metal, come i System Of A Down, una band armena), ma il poco che ha avuto non è del tutto scadente, anzi da molti punti di vista è molto buono, anche se purtroppo rischia di essere più che altro una "copia" delle altre già note band internazionali, e il punto debole sta proprio nella originalità. Ma a parte queste piccole eccezioni....i Necrodeath, i Death SS, i Rhapsody Of Fire... e infine e soprattutto i Vanadium. Una band che non ha bisogno di molte presentazioni....

Capitanata dal leader Pino Scotto, per molti un emblema del rock in Italia e per altri un buffone, un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita ad apprezzare questo genere, grazie anche alla sua voce, non molto originale ma aggressiva e molto sporca; ma soprattutto dal chitarrista mancino Stefano Tessarin, uno dei più grandi e virtuosi che il nostro paese conosce nell'ambito metal. Inutile dire che i Vanadium avevano originalità, perché per molti il loro sound è un misto tra Deep Purple e Black Sabbath, ma nonostante tutto il loro suono funziona, la loro grinta, la rabbia che sprizza dai loro strumenti e che negli anni è migliorata sempre di più.

Il loro punto massimo è stato raggiunto nel 1983 (l'anno in cui i Metallica pubblicarono il duro "Kill 'Em All") con l'ottimo "A Race With The Devil", ma è solo con "Born To Fight" nel 1986 (l'anno della nascita degli Exstrema, una delle poche band italiane del genere rimaste al giorno d'oggi) che i Vanadium raggiungono l'apice e entrano in poco tempo nell'olimpo delle heavy metal band. Questo lavoro fu un successo, con un suono molto più massiccio e maturato rispetto agli album precedenti: otto canzoni ricche di adrenalina, dove gli strumenti si mischiano alla perfezione, dove ogni componente del gruppo dà il proprio meglio. Ogni canzone ha qualcosa di magico: dalla favolosa intro di tastiera della grandiosa "Run Too Fast", che sembra ispirarsi a "Toccata E Fuga" di Bach, all'incantevole "Easy Way To Love", una canzone quasi malinconica dove Pino dà una grande prova come vocalist, alla più che buona "Never Before", cover (guarda caso) dei Deep Purple e "I Was Born To Rock", canzone molto orecchiabile e dai toni quasi hair metal, e addirittura una traccia strumentale ("Ridge Farm"). Insomma in questo album si respira aria di heavy metal puro; "Born To Fight" rappresenta l'essenza di questa band, un capolavoro che ha segnato un'epoca nel nostro paese che fino ad allora, nel campo rock in generale, era sempre stato abituato a band come Litfiba, PFM o Banca Del Mutuo Soccorso (tutte ottime band, soprattutto le ultime due).

Un lavoro che tutti i grandi amanti dell'heavy metal di sicuro ameranno: un album che prenderà subito al primo ascolto, che non annoia mai e che soprattutto non rischia di sfociare nella banalità. Grande rispetto per questa band che purtroppo dopo questo album pubblicherà nuovi lavori seppur abbastanza buoni non più alla stessa altezza di questo immortale lavoro.

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