Oh santo Cielo, una colonna Sonora! E per di più una colonna sonora VECCHIA!

Si, è vero, ma se consideriamo che è la colonna sonora di un film che ha fatto strada, cambiato e aperto tutto un mondo nuovo al genere fantascientifico, sia come regia, scelta del soggetto, effetti speciali e fondali, percezione visiva della città (avete presente le città del futuro de “Il quinto elemento” di Besson o “The Minority Report” di Spielberg, “Gattaca” di Niccol solo per citarne alcune che ne traggono ispirazione o la serie fumettistica della Bonelli, “Nathan Never”?) e quant’altro, non possiamo ignorarne anche l’aspetto di nostra pertinenza, cioè quella musicale; vero è che come in pochi altri film, in questo caso colonna sonora e lungometraggio sono assolutamente inscindibili e si auto alimentano in una simbiosi totale: visto il film assolutamente necessario possederne la Ost e quindi ascoltarla pensando alle scene del film.. quindi non tanto una recensione sulla musica di Vangelis che conosco poco peraltro, ma un ascolto attento di una musica fortemente evocativa.
Considerando il film di Scott un capolavoro degli anni 80 (e ridaje!), io parlo dando per scontato che tutti o quasi l’abbiate visto.

Come per quest’ultimo, che è uscito in momenti diversi con un montaggio differente (“The Director’s Cut” uscì molti anni dopo la prima versione contenendo scene inedite -tratte dal medesimo libro di ispirazione di Philip Dick- con la scelta del regista di eliminare il commento vocale del protagonista, appiattendone un poco il ritmo e l’enfasi e addirittura con un finale che cambia totalmente il senso del film: Deckard scoprirà di essere anche lui un replicante) anche per la colonna sonora non esiste una sola versione. Infatti il primo disco uscì nel 1982 nella versione curata dalla New American Orchestra che stravolse un poco l’arrangiamento originale dei brani, tanto che Vangelis, decise di ripubblicarla nel 1994 in una sua nuova versione dall’arrangiamento molto più elettronico e con l’esclusione (purtroppo) di alcuni brani classici e l’inserimento di musiche che tra l’altro non compaiono nel film se non come appena accennate (in tot 12 brani invece di 8) e che rese per molto tempo la precedente versione irreperibile. Diciamo che il tema originale che ci accompagna durante la visione del film è quello del 1982 del quale vorrei sottolineare la corposità dovuta all’orchestrazione e la forte modernità se paragonato alle musiche più moderne.

Ci sono immagini indelebili come quella di Rachel davanti al pianoforte con quell’aria da dama dell’800 accompagnata da un tappeto sonoro -al piano appunto- di una dolcezza struggente, ("Memories of Green") o l’immagine penosa della morte di Zora nella neve tra le vetrine infrante del centro commerciale scandita dal lamento della tromba ("Blade Runner Blues") e ancora la splendida “One More Kiss Dear”, canzone romance stile anni 50 interpretata da Don Percival ed ascoltata dal malinconico protagonista in un incasinatissimo Sushi Bar durante una breve pausa pranzo e la dolcissima "Farewell" della chiusura luminosa del film.

Piccole gemme di un grande lavoro di una modernità ed attualità impressionante (“End Title”) che se vorrete conoscere ed approfondire Vi consiglio di cercare nella prima versione.

Grande film, splendida colonna sonora.

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