Sarò telegrafico.
Quarto album di questa interessante band australiana semisconosciuta ma attiva da quasi 15 anni -STOP-
Ottime digressioni prog su una base power decisamente carica e a tratti piacevolmente travolgente ----
Forse si pecca di abuso di doppia cassa, peraltro imbottita di effetti che danno l'impressione di essere costantemente rincorsi da un treno -STOP-
Talvolta si abusa anche delle tastiere, soprattutto di quelle tastiere sinfoniche che palesano subito la propria distanza dalla realtà sonora.
Decisamente aggressiva l'apertura di Embodiment, probabilmente la best track dell'album, in quanto dosa tutte le qualità della band in maniera perfetta e senza la minima sbavatura -STOP- Vere tirate power si rivelano Tyranny of Distance e Hope Among the heartless, dalla curiosa intro cantata in italiano (cito: 'Si muove con vento - in questo mondo - si vede la vita - nel buio cuore')
(chissà poi perché - avrà avuto i suoi motivi) ...---...
Variegata ma non convincente Behind the open door, che esordisce con un 5/8 danzereccio e in qualche modo buffo, prontamente riscattata da Ashen Sky che mette in risalto le doti canore del vocalist, di certo non un fenomeno ma decisamente calzante e a proprio agio -STOP-
Il lato ballad (molto per modo di dire) emerge in One foot in both worlds -STOP- Finale in pieno stile Fates Warning con A day of difference.
Però lasciatemelo dire, Matheos & Alder sono un'altra cosa. -STOP-
Album da 3,5 onesto e onorevole. Un ascolto lo merita. -CHIUDO
Elenco e tracce
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