Una volta mi capitò di leggere una guida di "Rumore" sul punk italiano.
La cosa che più mi aveva divertito erano gli escamotage che i nostri punk usavano per rendere la loro immagine da sfigato musicista di provincia a "ragazzo della sporca metropoli senza anima"... sappiamo tutti che il nostro paese è prevalentemente rurale, e formato da migliaia di piccole città provinciali... per cui era un pò difficile trovare enormi aree industriali dismesse e piene di disperazione stile periferia di Detroit o di Glasgow.
Così ci si arrabattava come si poteva a far le foto vicino a fabbrichette venete stando attenti a nascondere ogni traccia di agricultura! Questa cosa mi ha sempre fatto pensare a come sia interessante e bello che il punk, ovunque sia arrivato, ha preso forme inconsuete e contamininazioni inaspettate con culture/musica/estetiche locali assumendo forme decisamente originali (come i nostri emilianissimi CCCP, i Metal Urbain in Francia, le numerose punk band esteuropee e così via).
La compila "The sexual life of the savages" è l'ennesima chicca della Soul Jazz Records che riporta alla luce i suoni più conturbanti e originali della new-wave/post punk/no wave di San Paolo, Brasile. Un pugno di band, spesso formate dalle stesse persone, che formavano una straordinaria cricca musicale nutrita da una parte dalla migliore no wave newyorchese (DNA, Contortions, Mars), inglese (Pop Group, A Certain Ratio, Gang of Four) e dall´altra, seppur molto critici verso la tradizione, dai più viscerali suoni brasiliani.
La contaminazione con la musica nazionale spicca in brani come "Samba de morro" dei Chance che è una bellissima electro-bossa suonata con un Casio e strumenti metallici e dissonanti, o nei ritmi travolgenti di "Teu Bem" dei Patlife. Sarebbe un errore pensare ad una semplice unione di due stili, perché si tratta più che altro di un vero e proprio atto di antropofagia, come sosteneva Julio Barroso, giornalista, dj, poeta militante e leader dei Gang 90 & As Absurdettes:
"Nella nostra idea il cannibalismo culturale è una forza positiva di trasformazione nell´arte, in altre parole è il nostro modo di `divorare´ dalle altre culture per produrre un nuovo lavoro".
Julio Barroso fu il vero e proprio mentore della intera scena forte della sua esperienza newyorchese, dove incontrò il chitarrista dei DNA, Arto Linsday, statunitense di origini brasiliane, e della militanza politica/intellettuale. Come è facile intuire molta new wave sanpaolina era fortemente critica verso lo strapotere occidentale, e verso le difficili condizioni di vita nelle città, la povertà, la corruzione che dilagava (ma si dovrebbe usare il presente)... se Lydia Lunch o Richard Hell erano i cantori dei fetidi slums newyorchesi, gli Akira S et as Garotas que Erratam o le As Mercenairias rispondevano che i fetidi slums con le prostitute bambine e gli sniffatori di colla ce li avevano anche in Brasile e molto molto più di loro!
"L´inferno ha mille ingressi, e alcuni sono punti turistici" cantano gli Akira S in "Sobre as Pernas", che suggerisce immagini di una asfissiante metropoli senza speranza, una sorta di città di Blade Runner tropicale. Nella compilation spicca anche un pezzo, "Rock Europeu" dei Fellini (in Brasile fu piccola hit all´inizio degli anni 80) che sfordera commenti caustici sulla pretesa assoluta necessità di consumare musica "occidentale", ma riflette anche una situazione per la quale a causa delle scarse importazioni, farlo era ANCHE difficoltoso... e forse è stato questo che ha reso la musica di San Paolo così particolare.
Cercate di avere questo disco, è davvero grandioso, non solo le canzoni sono tutte molto belle, ma il booklet è davvero interessante, pieno di foto e storie. E poi, non potete sapere quanto il portoghese e la new wave si sposino meravigliosamente. No, no, molto meglio di come immaginate.
Elenco e tracce
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