Stretto fra due album più riusciti ("Cosa succede in città", 1985, che, nonostante molti difetti, amo visceralmente e "Liberi Liberi", 1989, che considero il suo capolavoro), "C'è chi dice no" (1987) non l'avessi riascoltato di recente l'avrei anche promosso (ha tanti, troppi pezzi che ricordano, chi più chi meno, tutti), eppure, riascoltandolo dopo molti anni, mi ha dato l'impressione di un album così così, più insufficiente che sufficiente. Insomma, per dirla in due parole, un Vasco molto sottotono. Nonostante poi sia un album che guai a toccarlo se sei fan di Vasco (oddio, se sei fan di Vasco guai a toccare tutto) e che ha molti estimatori, anche non "vaschiani",

Siamo sul finire degli anni '80, e il decennio ha già lasciato segni imperituri (e maleodoranti). Vasco è fatalista: i milioni e i concerti da star de noantri lo hanno fiaccato, la rabbia di pochi anni prima è diventata disillusione e niente, il mondo sembra andare dove vuole lui e noi qui a seguirlo sperando che, almeno lui, conosca bene la strada della felicità. Ecco, lasciamogli fare, noi rintaniamoci nella nostra quotidiana, privatissima dimensione di tutti i giorni. E osserviamo. Lontani i tempi in cui bisognava "andare al massimo", oggi al massimo vai a riscuotere i proventi della SIAE. E nel suo lungo guardare Vasco si accorge che Bologna esiste anche vista dall'alto (P.S.: sono nato e vivo a Milano, ma a Bologna ho vissuto due disgraziatissimi anni). Evidentemente giunto sull'altura di San Domenico in Bosco si accorge che sotto c'è un microcosmo che lavora, s'innamora, s'incazza, dorme, mangia, insomma, vive. E con l'aiuto di un bel sax iniziale scrive, e incide, il brano che apre l'album: "Vivere una favola".

Diciamo, questa dimensione privata di Vasco a me dice poco o niente: lo preferivo incazzato. Rilassatissima, "Vivere una favola" scivola via senza troppe emozioni su un testo che dovrebbe descrivere Bologna ma è talmente vago che potrebbe pure descrivere Cinisello Balsamo. Piace a molti? Sarò io quello sbagliato.

L'album è di un intimismo fastidioso, e quando non lo è Vasco, furbo come una faina sguercia, tenta di buttarla in caciara senza grande mestiere. "Blasco Rossi" è un rockettone a ben vedere ombelicale: se la piglia con le chiacchiere di paese (Blasco è il modo in cui lo apostrofavano quelli che lo consideravano "strano" in quel di Zocca) fino a prendersela ancora con Nantas Salvalaggio, quello di "Vado al massimo" (1982), come se cinque anni fossero passati invano. Fa anche ridere, musicalmente è accattivante, è arrangiato bene (i fiati su tutti) ma è leggerino leggerino, vola via senza lasciare traccia. Così come quando da buon (para)guru appioppa ai fans l'ennesimo inno da cantare in coro in uno stadio dedicato a chi, dice lui, non si vuole piegare alle regole e al conformismo: la title-track.

Allora, l'album non è suonato male, Massimo Riva fa un lavoro impeccabile, così come Guido Elmi in produzione. Il lavoro è ben confezionato, è superiore (musicalmente) a tanta roba che usciva nello stesso periodo in Italia. Con un bel coraggio: nell'epoca (e nel decennio) dei sintetizzatori Vasco non rinuncia alle schitarrate, al rock sanguigno e a una sezione fiati tra le più "vibranti" nel nostro paese almeno all'epoca. Solo che quello che poi tira fuori è un po' scontato e risaputo. Hai una Ferrari e ti imbottigli in mezzo al traffico a 20 km/h rischiando di far fondere il motore.

In ogni caso, ci mancherebbe, mica è da buttar via tutto. Il lato B si apre con l'irresitibile "Brava Giulia" in cui Vasco sembra finalmente ritrovare la verve, e l'arguzia, dei vecchi tempi. Sincopata e ritmatissima, è la canzone del Vasco perfetto, quella in cui, con poche parole (ma tutte assai calibrate) ritrae una ragazza ribelle e solitaria, Giulia, che credo tutti si possa aver conosciuto nella vita (io ne conosco una che, oltretutto, si chiama proprio Giulia). "Scrivilo sui muri... Se vorrai qualcuno un giorno accanto a te che non pretenda d'essere... il migliore". La ragazza degli anni '80: eccola qui. E la scoppiettante "Non mi va", dove anche qui l'ironia va di pari passo con la ritmica incalzante, è un bell'esempio di ciò che avrebbe potuto essere l'album qualora Vasco avesse puntato più sull'ironia e meno sul fatalismo cosmico da cui parve, all'epoca, essere pervaso.

Si va a due velocità, e a fare da contraltare alla lagnosa "Ciao", discorso a parte meriterebbe "Ridere di te", che è forse il capolavoro dell'album.

"[...] altro incrocio di punti di vista, prospettive, suggestioni, nella convinzione sottesa che mettere a confronto gli uomini e le donne sia quanto di meno facile possibile [...] I riff e l'intensa linea melodica di Maurizio Solieri contribuiscono a farne un caposaldo nel canzoniere di Vasco" (Il Dizionario Della Canzone)

"[..] bisogna premettere che molto del materiale dell'ultimo disco l'ho scritto io, quindi è ovvio che non ci siano limitazioni musicali per quanto mi riguarda, non so, ad esempio "C'è chi dice no" e "Ridere di te" sono canzoni che avevo scritto qualche anno fa, e se vai a risentire i provini non c'è molta differenza. È ovvio che i suoni sono migliori nel disco, c'è qualche armonizzazione in più, ma le chitarre sono le stesse, l'idea e la melodia sono state rispettate. In "Ridere di te" mi sono ispirato ai Dire Straits... e si sente, dato che Mark Knopfler è uno dei miei chitarristi preferiti; il solo lo facevo così già tre anni fa..." (Maurizio Solieri)

L'esecuzione migliore è quella da "Fronte del palco" (1990), ma è una canzone stupenda. Poche parole, una musica soft e (quasi) rilassata e il dilemma generazionale sulle relazioni d'amore. Chi non si rivede in "Lascia stare che ho qualche anno in più, e menomale che c'hai ragione tu, io sto uguale mi chiedo solo se faccio male a volte a ridere di te?". Ogni volta un'emozione. Epperò Vasco ce l'ha messa in quel posto a tutti, quando noi che credevamo che questa canzone fosse dedicata ad una ragazza (e io continuo a pensarlo, perchè amo i sogni e voglio, il più possibile, viverci) siamo caduti dalla sedia appena lui, in un'intervista, ha esclamato: "Ma no, è dedicata a mia mamma". Eh no, Vasco, questo no.

Elenco tracce testi samples e video

01   Vivere una favola (05:27)

02   C'è chi dice no (04:38)

C'è qualcosa che non va
In questo cielo
C'è qualcuno che non sa
Più che ore sono
C'è chi dice qua, c'è chi dice la
Io non mi muovo
C'è chi dice la, c'è chi dice qua
Io non ci sono
Tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà
Qualche cosa chissà
Quanta gente comunque ci sarà
Che si accontenterà

C'è qualcuno che non sa
Più cosa è un uomo
C'è qualcuno che non ha
Rispetto per nessuno
C'è chi dice no, c'è chi dice no
Io non ci sono
C'è chi dice no, c'è chi dice no
Io non mi muovo
Tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà
Chissà cosa e chissà
Quanta gente comunque ci sarà
Che si accontenterà

C'è chi dice no, c'è chi dice no
Io non mi muovo
C'è chi dice no, c'è chi dice no
Io non ci sono
C'è chi dice no, c'è chi dice no
Io non ci credo
C'è chi dice no, c'è chi dice no
Io sono un uomo
C'è chi dice no, c'è chi dice no

03   Ridere di te (05:37)

04   Blasco Rossi (04:57)

La combriccola del Blasco
si � fermata dentro a un bosco
che nessuno aveva voglia di abitare
Fu cos� che per dispetto
che qualcuno da su un...tetto
tutto a un tratto! da sul tetto...si mise a urlare!
Guardate l'animale!...
Guardate l'ANIMAAALEEEEEEEE!!!!

La Combriccola del Blasco
era poco pi� di un pugno
ma se si stringeva colpiva molto duro!
Fu cos� che per non fare...
per non fare troppo male
lasci� il bosco per un posto.....pi� sicuro!!!

Magari un po' pi� buio
ma molto pi� sicuro
magari un po' pi� buio
ma molto pi� SICUUUUROHOHOHOHOH!!!!

La Combriccola del Blasco
era tutta gente a posto
ma qualcuno continuava a dirne male
Si diceva che quel Blasco
fosse stato prima un rospo
tramutato non so come e anche male
in uno strano animale!...
con delle voglie strane
UNO STRANO ANIMALE
Con Delle VOGLIE STRAAANEEEEEE!!!!

La Combriccola del Blasco
arrivati a questo punto
spar� dentro un buco profondo come il mare
a vedere se quel tale
arrivava fin l� in fondo
arrischiando, per lui stesso?!? d'Affogare!...
magari in mezzo al mare...
per prender l'animale!!!

vieni gi� in fondo al mare
a prender l'animale
vieni gi� in fondo al mare
che ti do l'animale!!!!

05   Brava Giulia (05:03)

06   Ciao (05:24)

Anche se, non lo so, non vorrei, ma per�
no, non credo proprio che sia cos�
sarebbe comodo, s�, ma io non sono come te.
Anche se, dove andr�, non saprei, o non sar�
no, questo � un amore grande, s�
vuoi che ti dica cos�, ma io non sono come te.
Ciao, sai cosa ti dico? Ciao. Io posso stare senza te.
Senza pi� tanti "se", senza tanti "ma perch�?"
senza un amore cosi, io posso stare, s�.
Ciao, sai cosa vuol dire ciao? vuol dire un'altra come te.
E mai pi� tanti"se", e mai pi� nessun perch�.
Ci si illude ancora, s�.
No, questo � un amore grande, si
vuoi che ti dica cos�, per� io non sono come te.
Ciao, sai cosa ti dico? Ciao. lo posso fare senza te.
Senza pi� grandi "se", senza grandi "ma perch�?"
senza un amore cos�, io posso fare,s�.
Ciao, in fondo basta dire anche ciao
io sto meglio senza te.
Senza pi� tanti "se", senza tanti "ma perch�?"
senza un amore cos�, io posso stare, s�
Ciao, sai cosa vuol dire ciao? vuol dire un'altra come te.
E mai pi� tanti"se", e mai pi� nessun perch�.
Senza un amore cos�, io posso stare, s�. Ciao.

07   Non mi va (04:34)

08   Lunedì (04:06)

La ragazza mi ha lasciato, è colpa mia
Sono stato anche bocciato e non andrò via
Passerò tutta l'estate qui compresi i lunedì
Quelli li odio di più, non lo so ma è così

Odio i lunedì, odio i lunedì

La mia ragazza mi ha lasciato una valigia
Piena di di auguri perché mi si spezzi il collo entro mercoledì
Perché quel giorno lì lei forse torna qui
A prendere le cose che ha dice dimenticato lì

Ma brava fai così, vieni di lunedì

E adesso basta vado fuori sempre se trovo i pantaloni
E vado ad affogare tutti i miei dolori
Perché restare, restare soli fa male anche ai duri
Loro non lo dicono ma parlano con i muri, forti però quei duri

La ragazza mi ha lasciato, è colpa mia
Sono stato anche beccato dalla polizia
Mi han detto prego si accomodi lì, passerà qualche giorno qui
Ma vedrà che probabilmente uscirà certo prima di lunedì

Voglio restare qui, odio quel giorno lì

E adesso basta vado fuori sempre se trovo i pantaloni
E vado ad affogare tutti i miei dolori
Perché restare, restare soli fa male anche ai duri
Loro non lo dicono ma piangono contro i muri, forti però quei duri

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Altre recensioni

Di  KrYsTaL

 "Questo 'C’è chi dice no' del 1987 è forse l’ultimo esempio di Vasco-Vasco."

 "Il suono ruvido, gli arrangiamenti eighties, la voce rozza e i testi disarmanti vi faranno vedere oltre la cortina del fumo."