Better Call Saul - Stagione 1
L'elogio della lentezza.
E Better Call Saul? Nessuna recensione su Debaser?
“Ma com'è possibbbile?”
It's better see Saul!
E dire che per anni le serie tv non mi hanno appassionato e ho occupato le ore per me stesso in modo diverso. Dopotutto, le serie non erano adatte per i canali tv del secolo scorso: alcuni spettatori facevano i miracoli per non perdere neanche un minuto della serie del momento, per tutti gli altri il regista inseriva gli spiegoni: infatti, nelle serie televisive, ciclicamente bisogna rispiegare quello che è successo, la trama, come insegna il buon Stanis La Rochelle.
La qualità inevitabilmente ne risentiva. Anzi, salvo rare e clamorose eccezioni, una buona qualità non era proprio contemplata. La serie tv doveva essere leggera, e doveva avere personaggi stereotipati e la coerenza delle trame non era né il primo, né il secondo, né il terzo dei pensieri.
Poi ho visto Breaking bad. Be', ne sono rimasto rapito e ho scoperto un mondo: “un'altra tv è possibile”. Si narra la sete di vendetta, o rivincita che dir si voglia, che monta lentamente nel protagonista, Walter White, gli permette di raggiungere la vetta, ma devasta pian piano tutto ciò che lo circonda. La trama si sviluppa lentamente e, senza fretta, si osserva la tras-formazione del nostro professore di chimica, in uno dei più importanti produttori di metanfetima del Nord America: la trasformazione da Walter White in Heisenberg. Il tutto in cinquanta ore circa di pellicola. Il tempo per mostrare le sfumature di storie e personaggi non mancava.
L'opera di Vince Gilligan mi rivelava la straordinaria adattabilità di questo forma d'espressione alla esplosione dei canali tematici e dello streaming on line.
Niente di rivoluzionario, ovviamente. Grandi opere letterarie e straordinari romanzi son stati pubblicati a puntate su decine di riviste che sono nate e morte tra ottocento e novecento.
Tuttavia nell'audiovisivo le potenzialità delle uscite seriali non erano mai state sfruttate in modo così massiccio. C'erano già state straordinarie eccezioni nello scorso secolo, tuttavia solo nel terzo millennio la produzione di serie è diventata sterminata ed ha coinvolto tutti: autori, registi e attori di cinema hanno fatto un salto sull'altra faccia della luna, dal cinema alla tv.
Figlio di questa proliferazione di prodotti artistici e commerciali è Better Call Saul, spin-off dell'acclamato Breaking bad, firmato Vince Gilligan.
Raccolta la storia di Saul, l’avvocato di Walter, prima che lui diventi, per Heisenberg, più o meno quello che era stato Tom Hagen per Vito Corleone, solo con personalità opposta: per uno le parole son come pietre, l'altro ha un’invidiabile parlantina. Un cliente gli dirå:
“wow, you've tot a mouth on you!"
Il racconto fa largo uso di flashback e prolessi. Mettiamo un po' di ordine.
La trama è molto esile. James Morgan "Jimmy" McGill è un uomo di mezza età che vive truffando gli sfortunati avventori dei bar di Cicero, Illinois. Ci sa fare, Slippin' Jimmy.
Tuttavia, a causa di una beffa andata male, Jimmy rischia molti anni di carcere con l'accusa di atti osceni in luogo pubblico.
Chuck, suo fratello maggiore e avvocato di fama ad Albuquerque, riesce ad ottenere la scarcerazione; in cambio Jimmy deve abbandonare tutto per seguirlo. Ad Albuquerque viene assunto come fattorino nello HHM (Lo studio fondato dal fratello e da Hamlin) e si innamora di Kim Wexler, avvocatessa dello studio.
Dopo alcuni anni di studio e lavoro, ottiene l'abilitazione da avvocato, ma la HHM decide di non assumerlo.
Lavora come avvocato d'ufficio per alcuni anni, facendo la spola tra il suo studio (che si trova nel seminterrato di un centro estetico), casa di Chuck (che vive recluso a causa di una strana sindrome) e il tribunale. Qui conosce Mike Ehrmantraut, ex poliziotto, attualmente bigliettaio del parcheggio del tribunale in pubblico e criminale in privato.
In cerca di successo, Jimmy ottiene degli incarichi che stanno tra il lecito e l'illecito.
Ma, dopo l'ennesimo tentativo fallito, avvia e imbastisce con Chuck un’azione collettiva, potenzialmente multimilionaria. La necessaria e sofferta cessione della causa ad uno studio più grosso, l'HHM, sarà la miccia che farà detonare il mondo affettivo e lavorativo di Jimmy.
Il tutto procede con calma. Gli autori stanno creando dei personaggi, mostrando tutte le loro sfaccettature, ci vuole tempo.
Cosa muove Mike? La vendetta, il senso di colpa, l'amore per il figlio.
Cosa muove Kim? Si scoprirà…
E Jimmy? Cosa muove Jimmy? L'ammirazione per il fratello, l'elaborazione del trauma della separazione, quella di un lutto, l'amore per Kim, la passione per il cinema, la sua showmanship.
“It's showtime, folks!”
Jimmy vive sul suo palcoscenico e nasconde le ferite sotto la maschera da Charlie Hustle, Elvis Presley, Ned Beatty, Kevin Costner…
Insomma, un bel racconto. E poi quelle inquadrature…
…insomma, ben fatto, mister Gilligan.
La lentezza sopravvivrà.
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