La verità è che non ho molti metri di paragone perché non è che mi possa definire proprio un divora serie televisive. In genere mi stufano in quanto le considero prodotti tendenzialmente mediocri che, magari dopo inizi spumeggianti e promettenti, puntano a fidelizzare lo spettatore allungando le stagioni all'inverosimile. Mi vengono in mente i malati allo stadio terminale della mela morsicata; quelli che preferirebbero farsi un giro in sala operatoria senza anestesia, piuttosto che privarsi della loro marca per dover passare alla odiata concorrenza. Molte serie, definiamole pure storiche, mi sono pertanto scivolate addosso come gocce d'acqua su tessuto impermeabile. Utilizzo quest'immagine perché in alcuni casi ho guardato con gusto alcune puntate, a macchia di leopardo, ma non ho mai sentito la necessità di proseguire ed approfondire la conoscenza. Recentemente ho apprezzato in modo particolare "Fargo" e a suo tempo, due decadi fa almeno, "Twin Peaks" lasciò un segno profondo nella mia memoria, ma la mitragliata delle stagioni in sequenza di "Breaking Bad" ha un suono che, alle mie orecchie, risulta essere ancora impareggiabile.

L'altro ieri era venerdì e come ogni venerdì io e il mio carattere stronzo siamo usciti dopo il lavoro per una birra con un pugno di amici: il raglio dolorante di un tortura-note dal vivo in una stamberga di periferia come storta colonna sonora mentre abbiamo cominciato a parlare del più e del meno. Dopo il primo giro a turno siamo tornati al solito triste e patetico piagnisteo sul fatto che i nostri colleghi siano dei deficienti, a differenza nostra ovviamente, e giù per un piano inclinato con una sequela di ghirigori su quanto siamo stati sfortunati, poco valorizzati, sfortunati e bla, bla, bla.

Doppia W è il protagonista di doppia B e si lamenta anche lui della sua esistenza. Era un promettente genio della chimica con un futuro garantito da multimilionario. Purtroppo ebbe un serio problema con delle pareti vaginali, scusate volevo dire un problema di cuore, e quando rinsavì si ritrovò a lavorare in un grigio liceo nel buco del culo del nulla. New Mexico-Texas in una città impronunciabile che non interessa a nessuno. Almeno ha una bella e formosa moglie, un figlio con un handicap, e con una bambina in arrivo è costretto a sbarcare il lunario con un secondo lavoro umiliante per far quadrare il bilancio mensile. Cova la frustrazione di aver giocato male le sue carte silenziosamente, perché non è che questo WW sia di troppe parole e particolarmente emotivo. Lo si capisce quando il dottore, in modo molto rapido e secco, gli dice che no, non è solo una brutta tosse passeggera, ma un cancro ai polmoni praticamente incurabile. Ovviamente non fuma e incassa il colpo in maniera apparentemente inumana. In realtà sta elaborando i dati, pro e contro, e sotto sotto si sente quasi sollevato; passata la disperazione si sente assurdamente contento perché solo chi non ha più nulla da perdere può vivere in modo completo.

Molto spesso le scelte importanti, le svolte decisive di un'intera esistenza, vengono prese in modo avventato, istintivo; quasi sempre mosse e giustificate da un nobile fine ma il tempo è un bastardo figlio di puttana. Nel processo di cambiamento del nostro modo di vivere, di superare una delusione, è del tutto naturale che ci siano dei ripensamenti, provare la dolce tentazione di tornare indietro, ma man mano che si procede diventa sempre più difficile guardare dietro le spalle e trovare il punto di partenza. Il punticino esatto intendo e non il vago e sfuocato panorama. Quel fottuto click che, nel momento in cui prendemmo quella decisione, eravamo sicuri che non avremmo mai e poi mai potuto dimenticare.

BB buca lo schermo e rimane impresso perché con i suoi eccessi fotografa alla perfezione la natura dell'essere umano. Siamo degli animali, anche se lo neghiamo, depauperati dei loro istinti. Sempre più pavidi e timorosi, abbiamo bisogno di una scusa per dare un calcio alla routine: solo una percentuale residuale si muove senza avere bisogno di una spinta. WW è una persona considerata da tutta la cerchia dei suoi conoscenti come morigerata, affidabile, prevedibile, triste e forse boriosa: esattamente come la sua vita. Ha accumulato per anni tonnellate di frustrazione, leniti da qualche divertimento sotto le lenzuola con la moglie e qualche serata con i parchi amici, e mediocrità. Il punto di rottura è la malattia, ed è così dirompente e inaspettata che sarà spettacolare il processo evolutivo che porterà il protagonista a diventare un "cuoco" prima e un ingordo drogato di potere poi. Perderà il controllo e non riuscirà a fare meno del suo inaspettato successo.

Non è una serie appassionante per i suoi ritmi, quasi mai elevati, nemmeno per la violenza, per le singole puntate, ma per come si svolge la trama nel suo insieme e per la qualità del prodotto complessivo. Trovo appagante il modo in cui la sceneggiatura riesca a far maturare i personaggi senza fretta, in modo ondivago, con l'alternanza di crisi e improvvise accelerazioni; è una trama complessivamente semplice e lineare, (odio i plot fino troppo complessi), con mirati flashback che fanno intravedere senza svelare, uniti alcuni depistaggi ad hoc. I personaggi principali, e questa è una qualità rarissima non solo per le serie tv ma anche per i film ad alto budget, sono tutti centrati. Io preferisco Gus, ma è solo una questione di gusti. La qualità della fotografia in generale, con immagini del deserto da puro godimento, unita alla colonna sonora che si cuce alle spire della trama rendono ancora più scorrevole una serie tv che è difficile che non possa appassionare lo spettatore.

L'epilogo giunge al momento giusto e la stagione conclusiva, che chiude il cerchio con un finale secco, è la più breve con soli sette episodi crudi, violenti, essenziali ed asciugati del superfluo. Il modo migliore per mettere il sigillo su un prodotto di grande qualità che credo possa invecchiare assai bene e diventare un cult. Ma forse lo è già.

P.S. Vi consiglio di sforzarvi e tentare di vedere Breaking Bad in lingua originale!

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Altre recensioni

Di  pixies771

 Walter White è un uomo mite, taciturno e insoddisfatto.

 Se i cattivi sono cattivi sul serio, pure i buoni non scherzano.


Di  AbsoluteSon

 Breaking Bad è dannatamente razionale! Come dovrebbe essere qualunque forma d’arte che pretenda di raccontare una storia.

 Breaking Bad è scuola per tutti coloro che vogliono imparare a fare cinema.


Di  dado

 Walter White è convinto di non essere stato premiato quanto meriterebbe per le sue doti e per i suoi meriti.

 Come nel caso del Guerra di Troia, le conseguenze di questo assoluto sentimento investiranno tutti.