Come il suono di una vecchia porta che scricchiola, come il vociare che si sente attraverso il muro di un condominio disabitato, come l'eco sommesso di un qualcosa che sta accadendo lontano da te, come lo stropicciarsi davanti allo specchio di una mattina settembrina, come il rumore della moca del caffè all'alba, come la melodia di un pianoforte scordato che suona in una stanza che non è la tua.
Le analogie suscitate dall'ascolto di questa prima opera del sig. Gallo, attore, cantante, regista e adesso musicista, sono tante e tutte lecite. Questo "Recordings of music for film" (ormai del 2002), dà come un senso di straniamento continuo che ti prende per mano e non ti molla più.
Sembrano veri e propri film senza immagini questi piccoli acquarelli fatti di poche note, sporcate qua e là da dissonanze e riverberi che danno un sapore sinistro e malinconico a queste 29 tracce "incompiute" e in fuga da tutto. 29 tracce fatte di 1 o 2 minuti l'una (qualcuna dura solo pochi secondi), quasi un voler nascondersi e fuggire da ogni classificazione e autocompiacimento.
Quando la canzone (?) riesce a farti entrare nel suo film, quando ti sembra di averne colto il senso, quando il quadro comincia a delinearsi, ecco, è proprio lì che il film/brano cambia faccia, si trasforma in qualcos'altro, forse un nuovo film o un'altra storia. E' proprio questo senso di smarrimento, senza punti di appoggio (le immagini mancanti?), questo continuo vuoto a perdere che dà al disco un sapore "on the road" e intimista, decretandone la grandezza e il suo limite al tempo stesso.
Da cosa vuole fuggire il nostro Vincent non ci è dato a sapere. Resta, a mio parere, una piccola magia per un disco assolutamente inclassificabile e fuori da ogni schema.
Assolutamente da evitare se si cerca necessariamente un senso, una melodia, un ritornello o anche semplicemente un po' di calore e solarità... per tutti gli altri è "doveroso"!
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