Che dire, cosa pensare di un artista, un cantautore che al culmine del successo decide di sfornare un doppio album del genere, si può di certo affermare che la popolarità a tutti i costi non gli è certo indispensabile e che quindi anche lui può a suo modo ritenersi UN PROFETA del titolo dello stesso, sperando che questo disco sia un'altro passo verso un nuovo modo di intendere e ascoltare musica e letteratura all'unisono. Citare tutte le 19 traccie sarebbe un suicidio, non tanto per chi vi scrive ma pensando a chi legge, verrebbe alla luce un'altro Moby Dick probabilmente quindi me ne astengo, piuttosto vorrei soffermarmi sulle prime impressioni di rilievo che ho avuto all'ascolto di alcune delle tracce presenti nell'album.
"JOB" Un brano biblico, ma oltremodo più che attuale. Chi tra noi non si è mai sentito abbandonato e messo alla prova da Dio, chi non si è perso nell'angoscia e nel dolore invocando il suo nome senza ottenere risposta alcuna a lenire le ferite e la febbre di corpo e anima; chi non ha mai dubitato della giustizia divina, chi tra noi non è mai stato a suo modo un Giobbe, se non nel giusto sicuramente nel dubbio, ed è questa la forza di questo brano che inevitabilmente accomuna tutti... questo è il capolavoro del disco più ancora delle citazioni letterarie dei vari Melville, Cèline, Conrad, Omero ecc. Da ascoltare attentamente in ogni singola nota e parola.
"POLPO D'AMOR" Sicuramente la traccia tra le più accessibili del primo album, un brano molto alla Capossela prima maniera, musicalmente rimanda molto a "Tanco del murrazzo" quindi un ottimo pezzo, registrato con i Calexico e poi portato alle ossa in questa versione.
"IL GRANDE LEVIATANO" Questo è il pezzo di apertura che è un po un sunto di quello che segue con l'andare dell'album, anche questo un brano epocale a mio avviso, inizia con i cori e poi è un lento incedere fino al finale dove dal mare i toni si alzano e si levano al cielo. Molto bello fin dal primo ascolto, dove bene trascina e porta sul tema centrale dell'album con le sue atmosfere cupe e gioiose che intercambiandosi accompagnano il corso di tutta l'opera.
"L'OCEANO OILALà" Brano subito d'impatto, consigliato da ascoltare e cantare in macchina a finestrini abbassati, per godere appieno delle facce incredule della gente che disgraziatamente passa, impagabile il coro dei bucanieri sul finale, anche se è impossibile negare che deve molto al "Volta la carta" di De Andrè.
Di rilievo anche "Lord Jim" "Billy Bud" e soprattutto "Aedo".
Poi che altro dire è un doppio pieno di citazioni, di miti, di balene, di ciclopi e sirene un opera piena e densa, alcune delle tracce per essere godute appieno vanno accompagnate dalla conoscenza e lettura delle fonti da cui sono tratte, forse per molti di difficile approccio iniziale ma che se infine compresa è un'opera di un abisso senza fondo di bellezza e conoscenza musico/letterale.
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