"Viva il mare per cantare, viva il mare per cantare..."

Capitolo Primo. Il Capossela archeologo/antropologo.

Da sempre aperto alla ricerca delle radici della Civiltà, alla cultura storica, ai profumi dei luoghi, Vinicio Capossela ha adattato il suo modus operandi alle antiche tradizioni musicali (ma non solo) del territorio, andando a ripescare canti popolari, nenie, filastrocche, litanie e addirittura antichi strumenti ormai in disuso.

Questa volta chiama a se alcuni musicisti greci abituati a suonarlo, il rebetiko, affiancandoli ai suoi "senatori" (su tutti Alessandro "Asso" Stefana e Marc Ribot) e mette insieme questo progetto che da tempo teneva chiuso nel cassetto, aspettando l'occasione giusta.

Capitolo Secondo. Il Capossela sociologo.

E l'occasione si presenta.

Questo disco infatti fa la sua comparsa in un momento piuttosto delicato per la Grecia e per l'Europa, una crisi economica, e ancor più culturale, che affossa l'essere umano con processi del tutto inverosimili. L'attuale momento d'impotenza porta quindi ad una riappacificazione con la propria terra, all'affermarsi come popolo dinamico e al recupero di valori semplici appartenuti al passato.

Non dimentichiamo chi ci ha donato la civiltà! Ribelliamoci a coloro che vogliono ridurci a soggetti passivi e accondiscendenti!

Capitolo Terzo. Il Capossela arrangiatore.

Delle quattordici tracce, sette sono rivisitazioni in chiave "rebetika" di brani dei suoi primi album, sei sono cover e uno soltanto è un vero e proprio inedito, farina del suo sacco.

Eppure l'ascolto è entusiasmante, incalzante, certamente non sa di qualcosa già sentito, già vissuto. La sua grande abilità nel ri-arrangiare i pezzi con soluzioni certosine li riabilita in chiave moderna e allo stesso tempo li aggancia a una tradizione musicale (in questo caso greca) molto antica.

Riassumendo, non definirei propriamente questa uscita un nuovo tassello da aggiungere alla sua ampia discografia, ma l'autore sembra non sbagliare un colpo e il prodotto risulta alquanto gradevole.

All'interno del libretto troviamo i testi delle canzoni tradotti in greco e alcuni esercizi ginnici per tenere in forma mente e corpo.

Elenco tracce e testi

01   Abbandonato (Los Ejes De Mi Carreta) (00:00)

02   Signora Luna (00:00)

03   Morna (00:00)

Nel cielo di cenere affonda
il giorno dentro l'onda
sull'orlo della sera
temo sparirmi anch'io nell'ombra
la notte che viene è un'orchestra
di lucciole e ginestra
tra echi di brindisi e fuochi
vedovo di te
sempre solo sempre a parte abbandonato
quanto più mi allontano lei ritorna
nella pena di una morna

e sull'amore che sento soffia caldo un lamento
e viene dal buio e dal mar
e quant'è grande la notte e il pensiero tuo dentro
nascosto nel buio e nel mar
grido non più
immaginare ancor
tanto qui c'è soltanto vento
e parole di allora

il vento della sera sarà
che bagna e poi s'asciuga
e labbra che ricordano e voce
e carne che si scuote sarà
sarà l'assenza che m'innamora
come m'innamorò
tristezza che non viene da sola
e non viene da ora
ma si nutre e si copre dei giorni
passati in malaora
quando è sprecata la vita
una volta
è sprecata in ogni dove

e sull'amore che sento soffia caldo un lamento
e viene dal buio e dal mar
e quant'è grande la notte e il pensiero tuo dentro
nascosto nel buio e nel mar
grido non più
immaginare ancor
quel che tanto è soltanto
vento e rimpianto di allora

il vento della sera sarà
che bagna e poi s'asciuga
e ancora musica e sorriso sarà
e cuore che non tace
la schiuma dei miei giorni sarà
che si gonfia e poi si spuma
sarà l'anima che torna
nella festa di una morna

04   Canción De Las Simples Cosas (00:00)

05   Scivola Vai Via (00:00)

Senza età
il vento soffia la
sua immagine nel vetro dietro al bar
Gocce di pioggia
Bufere d'amore
Ogni cosa passa e lascia

[2x]
Scivola, scivola vai via
Non te ne andare
Scivola, scivola vai via
Via da me

Canzoni e poesie
Pugnali e parole
I tuoi ricordi sono vecchi ormai
I sogni di notte
Che chiedono amore
Cadono al mattino senza te
Cammina da solo
Urlando ai lampioni
Non resta che cantare ancora

[4x]
Scivola, scivola vai via
Non te ne andare
Scivola, scivola vai via
Via da me

06   Come Prima (00:00)

07   Rebetiko μου (00:00)

08   Gimnastika (00:00)

09   Misirlou (00:00)

10   Contrada Chiavicone (00:00)

11   Con Una Rosa (00:00)

Con una rosa hai detto
vienimi a cercare
tutta la sera io resterò da sola
ed io per te
muoio per te
con una rosa sono venuto a te

bianca come le nuvole di lontano
come una notte amara passata invano
come la schiuma che sopra il mare spuma
bianca non è la rosa che porto a te

gialla come la febbre che mi consuma
come il liquore che strega le parole
come il veleno che stilla dal tuo seno
gialla non è la rosa che porto a te

sospirano nell'aria le rose spirano
petalo a petalo mostrano il color
ma il fiore che da solo cresce nel rovo
rosso non è l'amore
bianco non è il dolore
il fiore solo è il dono che porto a te

rosa come un romanzo di poca cosa
come la resa che affiora sopra al viso
come l'attesa che sulle labbra pesa
rosa non è la rosa che porto a te

come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te

lacrime di cristallo l'hanno bagnata
lacrime e vino versate nel cammino
goccia su goccia, perdute nella pioggia
goccia su goccia le hanno asciugato il cuor

portami allora portami il più bel fiore
quello che duri più dell'amor per sé
il fiore che da solo non specchia il rovo
perfetto dal suo cuore
perfetto dal dolore
perfetto dal dono che fa di sè

12   Non È L'amore Che Va Via (00:00)

13   Contratto Per Karelias (00:00)

14   Corre Il Soldato (00:00)

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Altre recensioni

Di  luludia

 Il più clamoroso canto da ubriachi della storia, “un lamento che si canta in coro e si balla da soli”.

 Affabulatore incantaci, dacci dentro con la fantasia, ma non scordare l’essenziale. E incendia, incendia l’anima con le cose vere, che sono poche e sempre quelle.