Nel 1990, aspettando "School's Out For Summer", ero così bilioso che i "Grrrr" si sprecavano, mi pareva che i denti under pressure schizzassero via come vecchie lattine colpite da un gunman da strapazzo, mi sentivo ben iracondo mentre la maison si trasfigurava in una palude Stige dantesca, quindi fagocitavo note che mi rilassassero i gangli nervosi tumefatti, una musica procellosa ma complessa, confezionata con cura, adatta creare nella mente immagini tenaci di vacanze.

Ecco allora i Vio-Lence (all'inizio Death Penalty), la band di Frisco che allevò amorevolmente Robb Flynn e Phil Demmel, consegnandoli ad una carriera all'insegna del Thrash Metal Bay Area, in una sinossi artistica iniziata con la manganellata "Eternal Nightmare" e proseguita con questo "Oppressing The Masses", una "Caress Of Steel" che ha smussato gagliardamente la puntina del mio giradischi, le mie orecchie pressurizzate da cuffie, i miei lobi oculari affascinati dalla "Foto di famiglia", di bonelliana memoria, sul retro copertina: balaustra formato Vio-Lence con i nostri eroi tipo fellas zeppeliniani e "Bay Of Pigs" sullo sfondo.

Otto bombtrack-Thrash prodotte dal team Perialas-"Wacko"Hunter, allineate con rigore, dosate sapientemente tra cambi di tempo e guitar solos carburati e ricchi di umori, a volte lunghi, a volte diretti, senza tralasciare i testi a sfondo sociale (corruzione, violenza subliminale dei mass media, tormenti personali) cantati da un vocalist non amabile ma paroliere cum grano salis, certamente (ben?)voluto dai compagni.
Si respira una nuova atmosfera di furia addomestica, dopo l'esordio sferragliante, come se il gruppo volesse prender tempo, sperimentare senza basare tutto sull'impatto che però non manca: Flynn e Demmel, innegabilmente uno dei tandem ritmici più in forma della scena americana Thrash dell'epoca, sono ispirati come non mai. L'incipit dell'album è la stupenda "I Profit" dai sette minuti di durata, ascoltata in una domenica invernale italiana e padana, con l'odore di brodo che si spande per la casetta, la cover del vinile sopra al letto sfatto come la mia barba, mentre nella mia testa solinga entra il basso a molla di Deen Dell, che minaccia le asce dei futuri Machine Head, ma non c'è tempo da perdere. I baldo drummer Perry Strickland incalza frustando letteralmente i piatti prima dello stacco lestofante, con il pedale dell grancassa che pulsa come un cuore prossimo al coccolone, nelle retrovie le chitarre chiacchierano sul da farsi, ricreando perfino un sibillo spettrale già udito nell'episodio "Un Altro Tempo, Un Altro Luogo" della serie anni '70 "Spazio 1999": via, si salpa.

Il quintetto ci invita a bordo con movenze speed, fino al catarsi della prima rullata seguita da altre battute composite e prelibate, assolo a imbuto che decolla e attera come una corvetta sul mare in burrasca. Stop and go con colpi inauditi: Sean Killian si presenta vociando sguaiatamente, messo a tacere poi dai megacori dei "Good Fellas". Non ammalia la voce? Non nobilita? Il livello compositivo è così elevato che fa dimenticare quasi tutto e dal vivo molti terrestri giurano su un Sean scatenato. "Officer Nice" insiste in snellezza, scagliando strali contro i cops corrotti, senza semplificare le fondamenta di questo Thrash non innovativo nel sound, già istituzionalizzzato dalle band ammiraglie del tempo, ma certamente arricchito nell'acrobazia delle pennate, nei cambi di tempo, nella ritmica diligente ma virulenta: perfettamente calzanti anche i cori del ritornello, che non abbassano la tensione. Si può addirittura parlare di Tecno-Thrash, parente dei cugini Forbidden. "World In A World" è l'altra cannonata (con video annesso) orecchiabile quanto basta, galoppante, dotata di un irresistibile crescendo che deflagra nel finale da tabula rasa, con surplus di doppia cassa persistente come un picchio ("Persistence Of Time" direbbe qualcuno) e qui la questione si sposta sul versante del gusto, della sensibilità ad accogliere melodia e compressione sonora, quell'innato know-how che permette di cucire in velocità frasi di chitarra semplici, anche coinvolgendo il basso come nell'apertura del pezzo "Mentally Murdered", un'altra scheggia ben articolata e dal refrain che si salda all'orecchio istantaneamente.

Nessuno può accusare la band di essere sciatta, di scimmiottare palesemente altri combi, soprattutto per guando concerne il cantato. Questo platter contiene anche la title-track esplosiva, principiata dal basso suonato simile a "Lone Justice" degli Anthrax e prosegue furiosa fino ai finali-baccanali guitar solos di Demmel e Flynn che sono magnifici, coagulati senza soluzione di continuità, pensati per stupire in concerto, a riprova di grande affiatamento. L'unico cruccio sull'album è che risulta purgato della canzone "Torture Tactics", vittima di un'insana censura discografica che portò alla macerazione di ventimila copie del suddetto lavoro de-recensito.

Successivamente il gruppo si sfalderà senza rimpianti dopo il parto, in articulo mortis, del discreto "Nothing To Gain", anche se i Machine Head e i Torque, soprattutto, terranno a mente la lezione attuata dalla navicella madre.

Elenco e tracce

01   I Profit (07:05)

02   Officer Nice (05:23)

03   Subterfuge (04:38)

04   Engulfed by Flames (03:54)

05   World in a World (04:11)

06   Mentally Afflicted (05:49)

07   Liquid Courage (05:27)

08   Oppressing the Masses (04:57)

09   Torture Tactics (05:20)

10   Officer Nice (live) (05:49)

11   Gutterslut (03:22)

12   Dicks of Death (03:40)

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