Questo è un disco notturno. E' uno di quei dischi che se lo senti alle cinque del pomeriggio è carino, se lo senti alle 1 di notte (che il titolo sia un caso??) o alle 3 è tutta un altra musica. I Violavenere (da Fabriano e Cerreto D'Esi, provincia di Ancona) sono un gruppo nato del 2006, vincitore di molte manifestazioni nazionali come Fuoritempo, Upload 2009, Infrasuoni 2009, Bologna Music Festival, Rockeggiando e via discorrendo.
L'album in questione è il primo del complesso formato da Erika Ferranti (voce), Federico Dagoli e Maurizio Mezzopera (chitarre), Claudia Melchiorri (basso elettrico) e Fabio Portinari (batteria) e racchiude la prima produzione del gruppo più importante della scena musicale di Fabriano.
Si inzia con la title-track, uno dei pezzi migliori, con la voce di Erika Ferranti subito in primo piano (come sarà per tutto l'album), un sound e un testo che ci porta nel mondo cupo e distorto della Ferranti. I successivi pezzi ("Gelo E Polvere", "Disco Alice", "La Clessidra", "Vuoti D'Aria") non fanno altro che sbarrare le porte del ritorno al mondo sereno e rassicurante che tutti conosciamo, costringendoci a continuare ad annaspare fra le chitarre ruggenti del duo Dagoli/Mezzopera e la voce potente ed evocativa di Erika.
"Tempo Perso" parla di una storia d'amore oramai finita ("Tu sei tempo perso fra catene ed amorevoli voglie, abusando di rituali indecenti e spenti sotto lunghi tormenti...") e sputa litri e litri di veleno all'ex di turno. Dopo gli episodi minori "Mia" e "Storyboard" si passa ad uno dei pezzi forti del disco "Bambola Livida", cavallo di battaglia dei live del gruppo con un testo a dir poco bellissimo. Dopo "Specchi Distorti", un lamento della Ferranti ("dentro al mio letto insoddisfatto mi sono amata gelosamente nel mio calore io non sento più soddisfazione") con un titolo emblematico del mood dell'intero disco, l'album volge al termine con "Ist'Erika", ode al Mr. Hyde che è in ognuno di noi.
Come dicevo, un disco notturno, per quelle notti solitarie e isteriche (appunto) di dicembre piene di colori freddi e distanti. Un disco che cresce di ascolto in ascolto, non un capolavoro, certo, ma un buonissimo debutto, che fa ben sperare per il futuro, magari per un successo a livello nazionale che, se fossero un gruppo di Roma o Milano, i Violavenere avrebbero già raggiunto.
Elenco e tracce
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