Rieccomi qua dopo un lungo periodo di astinenza da questo bel sito di cui noto e apprezzo le migliorie. Volevo ricominciare proprio parlando di un gruppo, che malgrado la sua durata breve ha sfornato tra il 1998 e il 2000 due lavori a mio avviso fondamentali della ricchissima scena fusion anni 90: sto parlando dei fenomenali Vital Tech Tones. Gli ascoltatori assidui del genere staranno ben poco a capire (se già non la conoscessero) la formazione d'eccellenza di questo gruppo, parliamo proprio di gente alle prime armi!!!: Scott Henderson ancora avvolto nei fraseggi dei suoi inossidabili Tribal Tech, il folletto muscoloso con il pollice magico Victor Wooten  momentaneamente uscito dalle grinfie di  Bela Fleck, e il calvo Steve Smith leader degli strambissimi Vital Information nonché session man di qualche artista nostrano.

In questo disco, il primo in ordine di tempo del trio, sono presenti fortunatamente e ben amalgamate tutte le caratteristiche che hanno reso famosi questi tre omini, partendo dai territori sonori astrattissimi e ampi creati dagli espertissimi voicing e fraseggi di Henderson, la pienezza e "stranamente" la compostezza dei virtuosismi di Victor Wooten e il fondamentalissimo groove sia d'accompagnamento sia solistico di Smith.

Caratteristiche appartenenti e tipiche di vari generi, e fu così che in illo tempore i tre tirarono fuori un'intelligentissima miscellanea di fusion, distorsioni tipiche del prog settantino, seriose scorazzate funky e tanto tanto blues tanto caro a Scott, che ha avuto l'intuizione e le capacità compositive di non renderlo scontato come molto spesso accade, ma di saper infrangere le ormai superate barriere pentatoniche.

Il disco viene aperto dalla massiccia e solida "Crash Course" che con il suo riff portante dichiaratamente  orientato verso il rock classico, presenta una interessantissima sezione composta dalle sconosciute soluzioni armoniche di Henderson sorrette da una precisissima e veloce  base ritmica di Wooten e Smith, che da un fortissimo senso di movimento ,ma anche di una calma astratta per come Scott utilizza le sue personalissime triadi. Ottimo inizio, da notare come in 7 minuti di pezzo è presente quasi tutta la seconda metà musicale del 900!!!!

Altre tracce sicuramente da segnalare e far notare i particolari, sono "Snake Soda", che già solo il titolo (sfido chiunque di voi a trovarne il vero senso )mostra ciò che possiamo trovare dentro questo calderone, pieno al principio di un quasi banale dialogo tra un basso in slap e la chitarra in vibrato, banale intendo per l'effetto burlesco del suono, ma che purtroppo ci vogliono anni e anni di studi musicali per tirarlo fuori!!! Questo incedere si evolve poi in un vero e proprio serissimo brano blues che cammina con l'amico funky e pause improvvise da godersi, che come ho già detto danno originalità al blues proposto.

Passando per la deep purpleiana "Doctor Hee" e la trabordante di pad "Everglade" e "Two for One" che non è nient'altro che un momento solistico che la sezione ritmica si ritaglia, per dire "guarda cosa riusciamo a fare... siamo alieni" (non si poteva non dare questo spazio al buon vecchio Wooten che per tutto il disco non ha mai esagerato con le sue manine), si arriva a "King Twang" un altro bel brano blues-rockeggiante dove il pedale destro di Steve  corre che è un piacere, e il wah a sensore di Henderson con le sue note tenute per molti secondi e il pacchiano "grattare", offre pure divertimento.

Dopo il turbine di queste tracce, tutta l'atmosfera viene spezzata e domata dalla bellissima e dai toni larghi e dilatati "The Ceptors" che si fonda sui synth di Henderson e sui suoi ancora una volta strambissimi voicing, il tutto cullato e sorretto da un moderatissimo tappeto percussivo di Smith.

E così siamo arrivati all'ultimo brano "Lie Detector" che tanto per rimanere in argomento "schizofrenia", i tre gettano fuori una raffica velocissima di note dissonanti fra loro, e varie parti acide, ed è proprio la libertà dell'arrangiamento che salta subito all'occhio perché è come se i tre strumenti eseguissero cose completamente disconnesse tra loro.

Gran bel gruppo i Vital Tech, peccato solo per la loro breve carriera insieme (si vocifera una reunion), e per il non avere eseguito concerti di promozione di questi due lavori, tranne ritrovarsi nello stesso palco per altri progetti paralleli. Ma noi ci accontentiamo benissimo  di ciò che Henderson,Wooten e Smith (nei loro progetti) continuano a proporci, e a quanto pare le proposte saranno tante, per tanto tempo, e a quanto pare nessuna cadrà nel burrone del "già sentito".

Elenco tracce e video

01   Crash Course ()

02   Snake Soda ()

04   Everglades ()

05   Two for One ()

06   King Twang ()

07   The Captors ()

08   Giant Steps ()

09   Lie Detector ()

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