I Volcano The Bear sono una formazione composta da Aaron Moore, Nick Mott, Daniel Padden (i quali si alternano l'uso di percussioni, fiati, voci e chitarre) e Clarence Manuelo che cura le parti elettroniche; tale  progetto ha origine a Leicester (Inghilterra) nel 1995.

Il loro stile musicale si può genericamente definire un Folk sperimentale, discepolo delle sonorità dei geniali Comus, ma con una attitudine non molto distante da quella dei Residents, un'altra delle influenze che è possibile citare è sicuramente il periodo più recente dei Current 93. Elencando questi nomi si può avere un'idea del genere di musica che propongono,  un insieme di sperimentazioni che hanno come base il Folk, l'alternarsi di momenti a tratti inquietanti ad altri  più "rassicuranti" con surrealismo e avanguardia sempre presenti. In particolare risalto è l'alternarsi di percussioni con  un tappeto sonoro elettronico, talvolta accompagnato dalle voci e fiati. I brani possono sfociare in  improvvisazioni che creano un caos sonoro dal sapore tipicamente psichedelico. "Amidst The Noise And Twigs" viene prodotto nel 2007; la traduzione del titolo è "In mezzo al rumore e i ramoscelli"e fa intuire ciò che rievoca l'album: si è addentrati in un ambiente che definirei "fiabesco", un bosco dal quale si resta affascinati per il suo immenso paesaggio, ma che talvolta  può intimorire per il verso di qualche creatura nascosta tra i cespugli, un ambiente in cui le fronde fanno passare solo in parte i raggi del sole.

L'introduzione dell'album "The Sting Of  Haste" è un breve pezzo caratterizzato da chitarre dall'incedere apocalittico. Si passa poi al brano più facilmente riconoscibile del disco, "Before We Came To This Religion", uno dei momenti in cui  si presenta la voce, una melodia accompagnata da fiati e  percussioni, a seguire  le  brevi "Larslovesnicks Farm" e  "Burnt Seer". I successivi brani sono la rumoristica "Cassettes Of Berlin", le psichedeliche "Splendid Goose" e "She Vang Moon" entrambe caratterizzate dall'uso di sperimentazioni elettroniche come sottofondo accompagnate da parti percussionistiche  a tratti improvvisate. L'album si chiude con i due pezzi di durata maggiore,  la surrealistica "One Hundred Years Of Infamy" con un accompagnamento di sax che, soprattutto nella parte finale echeggia sonorità in parte Canterburiane. L'ultimo brano "The Three Twins" rappresenta una lunga "marcia" di 10 minuti, inizialmente accompagnata da un ritmo dettato dal piano per poi sfociare in un accompagnamento di percussioni marziali che fanno da chiusura al disco.

Nonostante le influenze musicali e le strutture dei brani l'album si presenta compatto e riuscito, perciò ritengo molto  interessante il progetto Volcano The Bear per questa commistione di Folk e Avanguardia; nella loro discografia c'è da segnalare in particolare  anche il disco precedente ovvero "Classic Erasmus Fusion".

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