Avresti dovuto esserci.

Lo so che per te è un’impresa. Che abiti molto distante da qui. Che tieni famiglia e con i pargoli al seguito sarebbe stata la solita storia: proprio sul più bello vi sarebbe toccato tornare a casa. Un po’ mi dispiace, conoscendoti. Ti sarebbe piaciuto. Ma lascia che ti racconti…


PORTE APERTE A VILLA ARZILLA

Come sai, qui a Villa Arzilla periodicamente lo Staff organizza delle serate, con lo scopo di ravvivare l’atmosfera e creare momenti d’incontro tra noi DeOspiti e coloro che vengono in visita. Non solo amici e parenti, bada bene: in queste occasioni i cancelli sono aperti e, sin dal tardo pomeriggio, puoi sentire lo scricchiolìo prodotto dai passi sulla ghiaia del viale alberato che conduce alla palazzina.

Generalmente tocca a qualcuno di noi occuparsi di alcuni aspetti dell’organizzazione. Tra i quali è fondamentale, ovviamente, la musica.

E’ comprensibile, d’altra parte. Sai benissimo che una delle caratteristiche di noi ospiti di questa residenza per DeBaseriani anziani è la smodata passione, in alcuni casi addirittura maniacale, per la musica.

Ma questa volta lo Staff non ha badato a spese: hanno pensato a tutto loro.

Già da un paio di giorni, infatti, erano comparse delle bellissime locandine stampate in quadricromia, al posto dei soliti fogli A3 scritti a pennarello. Della grafica si era occupato un giovanotto, uno di Reggio Emilia, che è già stato qui in visita, forse nella prospettiva di un suo prossimo ingresso come ospite.

Ho visto qualcuno storcere il naso, leggendo sulle locandine il nome del gruppo: Voom Voom. “Speriamo che non sia la solita brodaglia latino americana, ma quel nome non promette nulla di buono” ho sentito borbottare.

SERATA DANZANTE


Poi, giunto il giorno stabilito, verso sera, la gente cominciava ad affluire.

Ognuno di noi, quindi, ha lasciato la propria camera, spegnendo lo stereo e interrompendo quella teoria di suoni che capita sempre di sentire mentre si percorrono i corridoi di Villa Arzilla. Un ininterrotto succedersi di frammenti di ogni genere di musiche, provenienti dalle stanze degli ospiti.

Siamo scesi al piano terra, nel salone.

Molti visi noti, in particolare ragazzi DeBasici che non si perdono una serata, se c’è da bere e ballare. E qualche DeSignorina, che prima o poi passerà da questa parte del cancello. Ma per ora è qui in veste di invitata.

C’era la solita atmosfera sospesa e indecisa, qualche abbozzo di risata, brusio tra i capannelli e tintinnìo di bicchieri. Uno dei DeRagazzi, per rompere il ghiaccio, ha preso posto alla consolle ed ha iniziato a metter su qualcosa. Musica rilassata e lievemente ritmata. Roba da cocktails, direi. Probabilmente per una forma di tatto nei confronti degli ospiti più avanti con gli anni e meno avvezzi a certi suoni.

Io, nel frattempo, ho cominciato ad assaggiare le bevande. Ti dirò, mica male. Non so chi se ne sia occupato, ma dopo un paio di bicchieri ero piuttosto su di giri.

Insomma, ad un certo punto arrivano ‘sti tizi, i Voom Voom.

Uno mi sembra di conoscerlo. Dove ho visto quella faccia? Il giovanotto napoletano che sta ai piatti mi dice che si, certo che lo conosco: è il sig. Peter Kruder, la metà di Kruder & Dorfmeister.

Ah, allora ci tocca una seratina tranquilla, penso. Suoni dilatati e bassi dubbiosi. Non male, però abbiamo già dato …

Ma quegli altri due, che son venuti con lui, mica li ho mai visti. Chiedo lumi all’altro giovanotto, quello che “ama la musica elettronica di qualità, ma ascolta molto altro. Pochissimo rock, però!”

E scopro che sono i signori Christian Prommer e Roland Appel, due che si danno parecchio da fare, sotto sigle diverse (Fauna Flash, Trüby Trio)

PENG PENG!

Beh, caro mio, quando quei tre si son messi al lavoro son rimasto basito.

Altro che Chill out!

Questi ci sanno fare: ogni tanto fa bene al Kruder lasciare il Dorfmeister e divertirsi con tipi come questi due.

Pensa che il DeProfessore, quel signore partenopeo con la passione per il calcio brasiliano ed in particolare per un suo barbuto esponente, ci ha lasciati a bocca aperta: appena è partita “Baby”, quella che nel cd è la prima traccia, è balzato in pista con uno stile ed un’energia sorprendenti. Ci aveva accennato a questa antica consuetudine, ma vederlo all’opera è stato comunque sbalorditivo.

Il volume era così alto che ho potuto tranquillamente fare a meno del mio nuovissimo apparecchio acustico: vibrava tutto, là dentro.

E vibravano gli ospiti. Il DeMarinaio, che ha solcato in lungo e in largo i sette mari quasi sempre sotto le stelle del jazz, era abbastanza scettico, all’inizio. Dopo un po’, però, l’ho visto salire in camera e poi tornare giù con uno dei suoi mille bassi. Ha attaccato il jack ad un ampli e ha iniziato a zompettare, aggiungendo calde linee di basso alla marea sonora che già saliva nel salone.

La musica di quei tre sembrava funzionare: una miscela di quella roba da ggggiovani che non so mai come chiamare: dentro c’è un po’ di techno, uno spirito funkettaro, sprazzi di drum’n’bass e qualcosa che forse potrei chiamare house. Breakbeats azzeccati e voci che ci stanno. Tutto giocato con precisione e stile.

Persino uno dei più ponderanti DeBasici, un isolano prossimo ospite di Villa Arzilla, che spazia con naturalezza dalla musica classica alle chitarra sarda preparata, dopo un paio di drinks, vincendo un’iniziale titubanza, si è buttato nella mischia... E devi vedere come balla.

I Voom Voom, intanto, non mollavano: anzi, ad un certo punto piazzano su anche un pezzo con tanto di chitarrazza, tiratissimo: “All I Need”. E il calore qui dentro aumentava.

Certo, i tre sanno che non tanto gli invitati quanto gli ospiti di Villa Arzilla hanno bisogno di riprendere fiato. E allora ecco qualche rallentamento: vien fuori la mano del Peter in “Best Friend”, prima di ripartire alla carica con “Sao Verought” e “Oggi”.

Nel marasma non avevo notato che anche il Decano di Villa Arzilla, che solitamente gira ascoltando in cuffia strani dischi costituiti da un’unica lunghissima traccia, aveva abbandonato l’inseparabile lettore mp3 e si era scatenato nella danza.

Ma tutti, a parte qualche irriducibile che non si sarebbe comunque mosso nemmeno sollecitato da scosse telluriche, erano in pista. E sembravano starci benissimo.

Quando eravamo abbastanza stremati i Voom Voom hanno sciolto il suono nella soluzione più languida e notturna di “Vampire Song” con la quale ci hanno salutati.

Sudati ed allegri, con un po’ di fiatone, li abbiamo accompagnati lungo il vialetto di ghiaia sino al cancello.

Insomma, spero ti sia fatto un’idea del clima e della musica. E che la prossima volta tu riesca a trovare il modo di fare un salto a Villa Arzilla.

So che ti avrà sorpreso un poco questa lunga letterina che tradisce un’insana passione per musiche delle quali di solito non ti parlo mai. Ma mi sono divertito. E poi questa materia da dancefloors puoi ascoltarla e gustarla anche altrove, perché è realizzata con classe.

E la classe, come sai, non è acqua. Infatti ti consiglio di associarle un Mojito.

Ah, ti spedisco anche i soliti pezzettini di 30 secondi, giusto per un assaggio.

Ma credo che faresti bene a tenerlo a portata di mano, questo cd, quando quest’estate organizzerai qualche party ai bordi di una piscina.

Io intanto resto qui, in attesa di scoprire in quali località lo Staff abbia organizzato i soggiorni estivi per noi DeOspiti di Villa Arzilla…

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