Siamo a metà settimana e la bella stagione sta per entrare nel vivo, allora piuttosto che cominciare a pensare alla meta delle vacanze mi accingo a proporre un tema PALLOSISSIMO per alcuni e INTERESSANTISSIMO per altri, comunque fondamentale per il nostro piccolo universo. Si tratta della ricezione e della fruizione dell'opera d'arte, ebbene si, proprio una scoglionata di argomento. Ma credo serva fare il punto sulla faccenda o almeno produrre un punto di vista da cui trarre spunti per un po' di simposio costruttivo. Premetto solo che uso il testo di Benjamin come punto di partenza perchè mi sembra illuminante per la definizione di molti aspetti, che per noi sono scontati e che invece sono proprio quelle cose sulle quali dovremmo riflettere di più. Ad esempio, è scontato per tutti parlare, ma capite bene che siamo esseri alquanto strani, parliamo! Non è da tutti nell'universo. Lo stesso vale per il modo in cui trattiamo l'arte, o quello che crediamo sia arte. Altra premessa: tutto il discorso è ovviamente ribaltato sulla musica. Ad altri lasciamo le altre "sorelle", altrettanto importanti ma meno "mistiche" e "coinvolgenti" a mio parere.

Allora, Benjamin diceva -in estrema sintesi, anche un pochetto banalizzata- che: l'opera d'arte è sempre stata riproducibile MA NON tecnicamente come oggi; rispetto al passato quindi manca l'hic et nunc, cioè un tempo si doveva andare a cercare la creazione artistica, che aveva presenza in un dato posto e in un dato momento per tutti, e non era disponibile sempre e ovunque per chiunque come lo è oggi. Di conseguenza l'opera d'arte perde anche il suo fascino mistico, rituale, di unicità e di sacralità che aveva in passato e proprio grazie a queste caratteristiche poteva addirittura dare un'impronta sociale, religiosa e di tradizione ai popoli che ne potevano godere.

A questo punto -tenuto presente che scrive negli anni '30- fa un paragone tra vecchie arti (letteratura, musica etc) da una parte con cinema e fotografia dall'altra. Cinema e fotografia sono nate nell'epoca della riproducibilità tecnica, quindi secondo Benjamin non deve nemmeno porsi la questione dell'autenticità di queste arti dal momento che una foto o una musica sono ifinitamente riproducibili tramite stampa o riproduzione della pellicola. E non hanno nemmeno funzione sociale, non identificano nulla se non il consumo di massa. E poi parte un pippozzo sul fatto che l'arte in generale è quindi ormai asservita alle leggi di mercato, viene trattata come merce; non è più creazione ma oggetto di consumo creato apposta per compiacere le varie tendenze, etc etc. Il cinema in particolare può muovere le masse perchè colpisce lo spettatore ad un livello di profondità tale, lo immerge nelle vicende, tanto da influire sui suoi comportamenti. Ci sono poi mille altri spunti molto interessanti ma smetto altrimenti altro che noia, rischio di essere bannato per oltraggio al vostro tempo libero!

Però ci sono già molte questioni in tavola, anche solo riportando tutto alla musica.

La musica, è arte vecchia ed è entrata solo da un secolo nell'ambito della riproduzione. Secondo voi una canzone perde effettivamente autenticità se può essere sentita ovunque e con qualunque mezzo e con qualunque grado di qualità? Oppure sta a ognuno di noi il come/dove/quando fruire l'opera? E come la mettiamo con le canzoni delle pubblicità che ci bombardano il cervello e non possiamo farci nulla?

La questione dell'hic et nunc può salvarsi nella musica? In fondo ogni concerto è diverso da un altro, al concerto bisogna andarci, c'è un rituale, non dico sacro ma almeno mistico si, perchè si seguono determinate dinamiche e si fanno certe cose, quasi sempre le stesse, quindi mantiene autenticità no? L'artista si esibisce, dà vita ad uno spettacolo unico e irripetibile no? Che dire allora delle riproduzioni digitali? Il fatto che io, nato nel 1991, sia stato virtualmente a Woodstock e a mille altri concerti, per loro stessa natura "irripetibili" non turba la questione dell'autenticità e della bellezza? Cioè la musica non perde enormemente carica rispetto alla sua riproducibilità tecnica? Alla fine merda e cioccolato si confondono in un universo caotico e indefinto. In fondo, un video di Woodstock è identico a un video di Fedez, semmai il video di Fedez è fatto meglio e un ragazzino non so cosa preferisca, cioè forse si lo so. Putroppo.

Che funzione sociale ha oggi la musica? Anche la musica dei precedenti decenni del Novecento è coinvolta, dai Beatles in poi diciamo. Il blues e il jazz hanno supportato movimenti sociali enormi, i Beatles hanno fatto esplodere un certo tipo di consumo che si porta dietro moda, atteggiamento individuale, atteggiamento verso le istituzioni, verso le altre generazioni, etc... Ma blues e Beatles sono paragonabili? Cioè il loro effetto sociale è altrettanto autentico o il primo era necessità di un popolo e il secondo è solo consumismo per le masse abbindolate dal nuovo prodotto inserito sul mercato? Forse il modo di intendere la musica dai Beatles in poi è la nostra rovina. Io non credo, ma è una posizione difendibile, eccome!

Ultima domanda, che va un poco fuori tema musicale ma che è anche provocazione: ma quindi.... fotografia e cinema non sono arte? Essendo nate nel contesto della società dei consumi sono solo merce? AH AH AH, se vabbè... E invece volendo essere rigidi, è così. Mai nella storia dell'uomo un popolo ha venerato un film; invece di libri e di dipinti se ne sono venerati tanti ma tanti tanti. Addirittura gli animali sono stati venerati come divinità, ma mai un film. Però le foto si, i santini sono venerati tutt'ora da milioni di credenti! C'è un che di bizzarro in tutto ciò. E la musica? Domanda spinosa!

Cioè, in breve: siamo dei poveri consumatori presi per il naso da chiunque o siamo fini intenditori di un'arte sublime qual è la musica? Quando diciamo di conoscere questo o quel gruppo, di essere affini a questo o a quell'artista, di amare un musicista e di condividerne le esternazioni, etc etc stiamo "tracciando una linea sulla sabbia, Drugo!" oppure siamo posseduti dal demone della pubblicità e dell'estetica del prodotto creato dal produttore di turno? Chi più ne ha più ne metta!

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