Con questo film Walter Hill, un regista che sicuramente non ha nulla da dimostrare a nessuno, si mette seriamente in gioco e propone un film coraggioso e che a quanto pare finora gli è costato numerose critiche da parte degli addetti ai lavori, oltre che persino accuse da parte della comunità trasgender che si è sentita in qualche maniera offesa dai contenuti che ne costituiscono il presupposto.

Va detto che del resto questo film, con il titolo embrionale di 'Tom Boy', era stato concepito sin dal 1978 dallo sceneggiatore Danis Hamil. La storia di base era inizialmente differente da quella che viene raccontata nella versione definitiva ma è comunque qualche cosa che Walter Hill ha definito come 'audace', dichiarandosi allo stesso tempo consapevole che questo film potrebbe non funzionare, ma divenire negli anni poi un vero e proprio oggetto di culto. E secondo me non sbaglia.

In questo senso la polemica mi ha fatto pensare quelle che seguirono un altro capolavoro del cinema americano e divenuto nel tempo un super-cult. Parlo ovviamente di 'Cruising' (1980) di William Friedkin, interpretrato da uno strepitoso Al Pacino che si muove nei bar notturni di New York alla ricerca di un serial killer di omosessuali fino a immergersi completamente in questo ambiente e arrivare persino a interrogarsi sulla sua stessa sessualità.

Un film che fu distrutto tanto da questo bersagliamento da parte degli attivisti omosessuali che dalla critica, ma che è francamente uno dei migliori film del genere uscito in quegli anni e un capolavoro assoluto del regista di film comunque storicamente discussi a partire da 'The French Connection' e 'The Exorcist' e fino ai giorni nostri con quel gran film che poi sarebbe 'Killer Joe'.

Ma ritorniamo al film.

Diffuso anche come graphic novel in Francia, 'The Assignment' (2017) è l'ultimo film del regista Walter Hill, conosciuto principalmente per essere il regista di cult come 'The Warriors', '48 Hrs.' oppure 'Red Heat', in ogni caso un autore mai banale e che sicuramente sa come si dirigono film sparati a cento all'ora direttamente dalla canna di una calibro 45.

La storia viene raccontata parallelamente attraverso due diversi binari e da parte di due personaggi diversi che poi scopriamo già all'inizio essere sostanzialmente i due antagonisti.

Da una parte abbiamo la Dottoressa Rachel Jane, siamo nel tempo presente e la dottoressa è chiaramente rinchiusa in un ospedale psichiatrico dove viene sottoposta a una serie di colloqui dallo psichiatra, il Dottor Ralph Galen.

La Dottoressa Rachel Jane (interpretrata da Sigourney Weaver) è praticamente un chirurgo plastico che negli anni, dopo aver perso la licenza d'esercizio, si era specializzata negli interventi di cambio sesso. Unitamente a ragioni di natura economica, che scopriamo essere secondarie anche a causa di una ricca eredità ricevuta dai suoi genitori, la Dottoressa Jane affronta la sua opera con una visione che lei definisce 'artistica' e secondo la quale mediante questi interventi immagina idealmente di creare un mondo migliore.

Dall'altra parte andiamo inizialmente indietro nel tempo di due anni e seguiamo sin dal principio le vicissitudini del vero protagonista del film, lo spietato assassino di nome Frank Kitchen che nelle battute iniziali uccide Sebastian Jane, il fratello della Dottoressa, scatenando in lei sia sete di vendetta che la voglia di sperimentare su Frank le sue capacità come chirurgo e fare di lui anche un esperimento di natura sociale.

Per questa ragione cattura Frank Kitchen e lo sottopone a un intervento chirurgico integrale di cambio sesso: un intervento che riesce perfettamente e di cui Frank si rende conto solo a cose fatte, quando si risveglia completamente fasciato e scopre guardandosi allo specchio in uno squallido motel che cosa gli è stato fatto. Scopre inoltre in una scatola un messaggio, che le è stato lasciato dalla Dottoressa e di cui ignora l'identità, in cui lei gli spiega che cosa gli ha fatto e perché e anche facendo riferimento alla sua visione ideologica, richiamando il fatto che avendogli cambiato sesso, gli ha dato una nuova occasione per cominciare una vita diversa da quella che faceva precedentemente.

Ma Frank Kitchen aka Tomboy (interpretrato da una bravissima Michelle Rodriguez che da questo punto di vista se la può giocare con Sarah Snook in 'Predestination' dei fratelli Spierig), pure riuscendo ad accettare la sua nuova natura, non è cambiato e la sua principale ragione di vita diventa ritrovare chi lo abbia sottoposto a quell'intervento e fargliela pagare.

Spendere altre parole sulla trama a questo punto sarebbe persino delittuoso e rovinerebbe quelli che possono essere ulteriori colpi di scena in un thriller carico di azione e dove manca il tempo per riprendere fiato.

Violento, schizoide, paranoico, grottesco, 'The Assignment' è quello che - come pronosticato dallo stesso regista - è destinato a divenire un vero e proprio cult del genere nel corso degli anni. Anzi. 'The Assignment' è già è un cult. Un film di eccellenza e girato da un regista che non ha niente da dimostrare e neppure niente da perdere e con un cast di attori, a partire proprio da Michelle Rodriguez e poi Sigourney Weaver, Anthony LaPaglia e Tony Shalhoub, che si dimostrano tutti quanti all'altezza del ruolo assegnatogli.

Dentro ci sono le visioni di scrittori come J.G. Ballard oppure K.W. Jeter. Come si fa del resto a non pensare, guardando questo film, a una figura così imponente della storia della fantascienza come il Dr. Adder?

Il tema principale del film è una canzone della tastierista Melissa Reese e che amplifica le atmosfere tipiche e più grottesche del film con tinte industrial e post-punk, ma la colonna sonora nel suo complesso, giusto per completare la presentazione dell'opera nel migliore dei modi, è curata da un gigante come Ry Cooder.

'The Assignment': un film che non è un capolavoro solo perché altrimenti poi non potrebbe essere considerato principalmente come un 'cult'.

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