I Warhorse sono il progetto ideato dal bassista originale dei Deep Purple, quel Nick Simper che dopo tre album con i Deep, nel luglio del 1969 abbandonò il gruppo perchè oppresso e schiacciato dalle inossidabili personalità crescenti dei vari Lord, Gillian e soprattutto di sua maestà Blackmore.
Il gruppo nasce ufficialmente nel giugno del 1970, e ad accompagnare il bassista nel suo nuovo progetto troviamo i semi sconosciuti Ashley Holt alla voce, Ged Peck come chitarrista, Frank Wilson alle tastiere e per finire Mac Poole dietro le pelli.

Il suono impastato dai cinque inglesi è un Hard Rock molto efficace di chiara derivazione Deep Purple, abbastanza gradevole e pungente dove occorre. In alcune composizioni nelle trame di tastiera e di piano ci sono anche dei vaghi riferimenti a band quali Uriah Heep e Iron Butterfly.

L'album omonimo vide la luce nel 1970 e venne registrato ai Trident Studios di Londra. Le canzoni che danno forma al lavoro e lo rendono a mio parere piacevole sono sicuramente Woman Of The Devil e Ritual, che mostra la band alle prese con rock molto sostenuto e tirato.
Molto interessanti anche le maggiormente studiate e complesse No Chance e Solitude, motivi molto più pacati e tipicamente progressivi anche con venature dark.
Da segnalare nel disco anche la prestazione sopra le righe del cantante Holt nella cover St. Louis, canzone che avrebbe avuto un discreto futuro commerciale.

Senza ombra di dubbio i cinque musicisti dimostrano abilità e una buona dimestichezza con gli strumenti anche se talvolta in varie composizioni sembrano suonare con il freno un attimo tirato, e non abbiano quel qualcosa in più che li faccia innalzare sopra la media.
Successivamente nel 1971, la band, viste anche le scarne vendite del primo lavoro, ritorna in pista con il successore di Warhorse, l'album è Red Sea e registra un cambio in formazione. Al posto di Peck, arriva come chitarrista Peter Parks, maggiormente dotato del predecessore e capace di soli di buon gusto. Ma il livello di Red Sea non raggiunse il risultato qualitativo dell' album di debutto, e nemmeno in ambito innovativo non vennero apportate grandi modifiche. Questi risultati costrinsero in seguito Nick Simper a sciogliere la band nel 1974 ed iniziare saltuarie collaborazioni con Rick Wakeman.

In conclusione questi Warhorse non hanno lasciato ai posteri nulla di nuovo e particolare, ma possono sicuramente appassionare quelli come me che amano un certa tipologia di rock con vene progressive dei primi anni settanta. Da conoscere.

Elenco tracce e video

01   Vulture Blood (06:14)

02   No Chance (06:22)

03   Burning (06:18)

04   St. Louis (03:51)

05   Ritual (04:54)

06   Solitude (08:48)

07   Woman of the Devil (07:16)

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Altre recensioni

Di  Caravan

 "Vulture Blood entra con un intro d'organo pastorale e molto vintage, ma con sfumature sinistre che aprono la strada al pezzo."

 "Un album molto godibile, suonato senza eccessi, senza pretese, sporco quanto basta, importante per chi cerca il culto."