“Ero andato per il cuore, e guarda un po’ cosa mi hanno trovato” . Sono state queste le parole con cui Warren Zevon descrisse a David Letterman e al mondo la sua situazione da malato di cancro irreversibile ai polmoni durante il famoso show dell’ anchorman americano in cui Warren presentava il suo ultimo album “The Wind” . Warren Zevon, uno che aveva avuto la possibilità di salire sul treno del successo mondiale ai tempi del film “Un lupo mannaro americano a Londra”, ma ne era deragliato fino a farsi male sul serio. Una vita costantemente in bilico fra la follia e il baratro, piena di possibilità di farsi conoscere ed apprezzare da una ristretta cerchia di pubblico e da una vasta schiera di illustri colleghi, fra cui Bob Dylan, Bruce Springsteen e Jackson Browne, insomma, gente che se appena può cerca di non ascoltare delle pippe.

In questa esaustiva antologia (assolutamente l’ ideale per i neofiti che vogliano avvicinarsi all’opera di uno dei più famosi “cantautori sconosciuti d’America” ) viene percorsa tutta la sua carriera fino al 2002, anno d’ uscita dell’ album “My Ride's Here”. Dal secondo album, del 1976 e intitolato semplicemente “Warren Zevon” (il primo è del 1969, si intitolava “Wanted Dead Or Alive” e di esso non esistono tracce) vengono estratte due bellissime ballate dal titolo “The French Inhaler” e “ Hastle Down The Wind” , oltre alla più nota e rockeggiante “Poor Poor Pitiful Me” , brano noto anche nella versione di Jackson Browne (che tra l’ altro produsse l’ album) e al folk-rock di “Carmelita”. “Excitable Boy”, del 1978, è forse l’ album più conosciuto ed è quello che contiene il maggior numero di potenziali hit di Warren (“Werewolves Of London” , forse la sua canzone più famosa, la stessa “Excitable Boy” e “ Lawyers, guns & money” ). Il lavoro del 1980, “Bad Luck Streak In A Dancing School” è qui rappresentato da due soli brani, il rock’n’ roll di “ A Certain Girl” e la dolcezza quasi “classica” di “Play It All Night Long” , preceduta da un breve ma significativo interludio. Lo stile rock più classico di Warren Zevon torna in “The Envoy” del 1982, con un buon duetto di chitarra elettrica e organo in “ Looking for the next big thing” . Poi una lunga pausa dovuta anche a motivi di salute e di disintossicazioni varie e il rientro nel 1987 quando vari grandi personaggi, fra i quali stabilmente i R. E. M. e occasionalmente Mr. Dylan e Mr. Young (Neil) lo aiutano per “Sentimental Hygiene” dal quale vengono estratte tre grandi canzoni, “Reconsider Me” e le elettricissime “Detox Mansion” e “Boom Boom Mancini” , dedicata al pugile Ray “Boom Boom” Mancini, campione del mondo dei per medi all’ inizio degli anni ’ 80, protagonista di un tragico incontro con il coreano Duk Koo Kim, che morì alcuni giorni dopo il tremendo KO subito da Ray.

Un altro bel disco è “Transverse city” , qui rappresentato da una canzone ariosa e dal ritornello che acchiappa oltrechè da una bellissima armonica, “Splendid Isolation” . Poi decide di richiamare i R. E. M. , di riunirli in una cantina per un paio di giorni e di registrare un album a nome Hindu Love Gods, cioè Warren e i R. E. M. che si divertono con cover di estrazione blues e rock’ n’ roll, tra cui una canzone di Prince, “Raspberry Beret” . Un altro ottimo album è “Mr. Bad Example” , del 1991, da cui qui ascoltiamo la marcetta della title-track, uno splendido soft-rock intitolato “Searching For A Heart” e la più roccata “Things To Do In Denver When You’re Dead” (però che titolo!). “Mutineer” è la sua canzone preferita da Bob Dylan, che infatti non disdegna di reinterpretata in concerto, ed è una ballata dolcissima proveniente dall’ omonimo album del 1995. La raccolta si conclude con due inediti che nel contesto dell’ album si inseriscono alla perfezione, “I Was In The House When The House Burned Down” e “Genius” che dà il titolo all’ antologia.

So benissimo che forse recensire un’ antologia non fa molto “cool” , ma visto che l’autore non è purtroppo conosciuto come meriterebbe, è l’ ideale per chi si volesse addentrare nelle atmosfere a volte grintose, a volte cupe, a volte sognanti di questo grande “mutineer” della musica che ci manca e che ci mancherà.

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