I White Zombie rappresentano un inno alla cultura trash. Appassionati di cinema di culto, confezionano album allucinati, grotteschi, colmi di ironia dissacrante ed un particolare gusto per tutto ciò che rappresenta l'horror, in particolar modo i B-movie degli anni '80.
Capitanati dall'eccentrico Rob Zombie, sorta di icona a metà strada tra il granguignolesco ed il post-nucleare, confezionano un industrial-metal orecchiabile ed intuitivo. La prima nota positiva va al ricco booklet: coloratissimo, quasi pacchiano, curato interamente dal carismatico frontman che non manca di aggiungervi i suoi disegni. Il talento visuale del folle Rob è grande, dona spessore ad una realtà distorta, psichedelica e malata, ma sempre percepita nel suo lato burlesco (consiglio la visione del suo film "House of 1000 Corpses" per maggiore chiarezza). Tutti i brani scorrono più o meno con la stessa facilità: gli Zombie non offrono riff particolarmente ghiotti(a parte quello di Super-Charger Heaven che a me piace tantissimo, molto coinvolgente), la loro musica non ha troppe pretese, ma il lavoro di produzione è notevole, se poi si conta che dietro al programming e tastiere c'è un certo Charlie Clouser (N. I. N. ) non si dovrebbero avere troppe difficoltà ad immaginare il risultato.
Tra le tracce più riuscite, devo ricordare l'opener "Electric Head pt. 1 (the agony)" con un ritornello molto accattivante, la già citata "Super-Charger Heaven", "Blur the Technicolor" e la cibernetica "More Human than Human", a mio parere la traccia più interessante dell'opera. Azzeccatissimo invece l'intro di "Grease Paint and Monkey Brains". Da sottolineare che, come in tutte le opere del cultore Rob Zombie, molti dei campionamenti presenti nelle varie tracce dovrebbero essere citazioni cinematografiche, ma non essendo un appassionato di film in lingua, sono incapace di coglierle. In conclusione, questo Astro-Creep: 2000 è decisamente un buon album, un'opera trash abbastanza curata, che dà il meglio di sè ad un ascoltatore attento a coglierne le sfumature.
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