Avviso: lagna-rock.

Qualcosa è cambiato. Non credete a chi vi dirà che quest'album è il gemello di "Yankee...". La voce è diversa...
Esce il 22 giugno perché Jeff Tweedy è stato in una clinica per disintossicarsi dagli psicofarmaci (le "handshake drugs", come le chiama lui), dopo avere tentato, con spiacevoli incovenienti, di farlo da solo.
E non crediate che sia un disco deprimente; grazie, farmaci! Sentendolo cantare lo si avverte più distaccato che sofferente, un fantasma in un limbo, che apre il suo occhio trasognato, il suo sguardo nostalgico e puro sul mondo. Candore e distacco.

Non sarò mai all'altezza di descrivere bene la prima traccia... una voce sommessa e un piano, poi un break e l'inizio di una lunga, bellissima frase di chitarra distorta (suoni by O'Rourke), lancinante come il migliore Neil Young, e un piano che piange; sembra una "Stairway To Heaven" da rock debole, "introvertita". Lo dico sotto voce: immortale.

Qua e là sentirete, oltre a Young, Lennon, un po' di glam e molto altro, ma su tutto intuirete il sentire debole di Tweedy, canzoni che sembrano uscire da una nebbiolina bianca e mantenersi in equilibrio a mala pena.
È così per "Hell Is Chrome", che parla della discesa in un inferno diverso da qualsiasi ipotesi, un posto in cui ti accudiscono e ti senti abbastanza bene; poi "Spiders", "Muzzle of Bees", "Wishful Thinking" e "Less Than You Think", tutte quasi sul punto di svanire e che poggiano i piedi bene per terra solo a tratti.
Per la maggior parte del tempo si galleggia a mezz'aria. Solo in qualche episodio Tweedy sembra ridiscendere tra noi mortali (es. la semi-punk "I'm a Wheel" e "Theologians" - occhio che è bellissima).

Ma, scusatemi, questa recensione l'ho fatta anche e soprattutto per sfogarmi... Io questo, a volte, non lo sopporto! Ho "imparato" a fumare sentendo le sue canzoni. Guardo una sua foto con la sigaretta in bocca e mi sembra di vedere me... Poi penso: ma no... lui è un coglione! Che cazzo tenti di uscirne da solo! Chissà che dose gli davano, a lui... E poi, quelle canzoni in cui tentava di essere allegro, e invece era depresso e mi deprimeva...
Ora mi piace di più! Se deve fare il cazzuto ("I'm a Wheel") lo fa senza zucchero; e mi piace il suo distacco! Ma, a volte, i suoi testi non li sopporto proprio! Troppo veri (è come per gli ultimi Drake in "Pink Moon", immagini meno chiare ma più evocative e toccanti). E allora vedo bene di non farci caso e mi concentro sulla musica e sul suono della voce, sulla sua anima, luminosa...
Hai una bella anima, Jeff! Ed è forse questa bellezza a dare senso a tutto, questa bellezza che qualcuno, magari, crede sia il dio buono e paterno... Io non lo so se sia buono, né ho la forza per credere, ma prego che questa bellezza ti salvi, qualunque cosa significhi.
La bellezza al nostro fianco, e possano i nostri cuori non averne paura.
"Vabbene Tweedy, abbiamo capito che è bravo, ora vada a posto, ché ha rotto i coglioni..."

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