Leonard e Philip Chess, fratelli polacchi immigrati negli Stati Uniti nei primi anni del secolo scorso, con la loro produzione discografica, hanno fatto la storia del Blues, Doo Wop, R&B e Rock & Roll. Nel 47 fondarono la Aristocrat, poi, nel 50 la Chess. Gli artefici del successo della loro etichetta furono (cito solo alcuni nomi) Little Walter, Howlin' Wolf, Bo Diddley, ma soprattutto Chuck Berry, Muddy Waters e Willie Dixon, questi ultimi sono già leggenda. Chuck Berry ha contribuito allo sviluppo del Rock & Roll quanto Elvis Presley, al quale, seppur meno dotato di talento, non si può disconoscere il merito di aver diffuso la "nuova" musica a livello planetario. Waters e Dixon, uno grandissimo interprete, l'altro compositore, produttore, bassista e scopritore di talenti, hanno dato un apporto all'affermazione del Blues di Chicago, più di chiunque altro. I grandi successi di Waters, come "Hoochie Coochie Man" e "I Just Want To Make Love To You" uscirono dalla penna di Dixon, che scrisse decine di classici anche per altri artisti, "Evil", "Spoonful", "I Ain't Superstitious" "Little Red Rooster" e "Back Door Man" per Howlin' Wolf, "My Babe" fu cantata da Little Walter e Sonny Boy Williamsons, interpretò "Bring It On Home"
Dixon non fu solo compositore, ma fece da congiunzione tra il Blues, il Rock & Roll, nonchè il Rock come lo conosciamo tutti, Doors, Cream Aerosmith, Rolling Stones, reinterpretarono suoi brani. Pure i più noti esponenti dell'Hard Rock, i Led Zeppelin, reinventarono alcune sue composizioni, tra le altre "You Need Love" che divenne uno dei loro brani più famosi col titolo di "Whole Lotta Love". Il pezzo, che personalmente ritengo superiore all'originale, non fu però accreditato al vero autore, che li citò in giudizio, vincendo la causa. Perchè Page si attribuì la paternità di questa composizione, (e di altre) non lo so, ma so che se avesse agito onestamente gli Zeppelin sarebbero stati ugualmente gli alfieri dell'Hard Rock, senza avere questa macchia nel loro percorso di musicisti. Spinto da questa esperienza e dal suo amore per il Blues, Dixon fondò la "Blues Heaven Foundation", un'associazione che ha lo scopo di salvaguardare la tradizione di questa stupenda musica, con diverse iniziative, tra l'altro attribuendo borse di studio per giovani Bluesman.
Questa raccolta che comprende due CD per un totale di 36 brani, è da consigliare vivamente a coloro che volessero accostarsi a questo genere musicale, sia per la varietà e il valore delle composizioni, che per la qualità del suono. Pur essendo un buon interprete, Dixon è presente soltanto in cinque brani, probabilmente perchè lavorando prevalentemente dietro le quinte, i suoi pezzi più famosi sono stati cantati da altri artisti. Quelli che ho già citato sono tutti presenti. Per non sovraccaricare la recensione di nomi e titoli, aggiungo solo "I Can't Quit You Baby" di Little Milton, "You Know My Love" di Otis Rush e "This Pain In My Heart" di Willie Dixon. Anche se a mio parere mancano alcuni brani basilari della sua discografia, nel complesso questi due CD presentano una fetta importantissima del Blues di Chicago del dopoguerra, un Bluesman al suo meglio, ma anche il Blues al suo meglio. Nel 1989 fu pubblicata la sua autobiografia "I Am The Blues" mai titolo fu più appropriato, morì d'infarto nel 92 all'età di 77 anni.
Carico i commenti... con calma