È singolare quanto Der Scharlachrote Buchstabe si trovi tra i capitoli più oscuri e meno conosciuti dal grande pubblico di Wim Wenders.
La trasposizione dal romanzo del 1850 ad opera di Nathaniel Hawthorne non viene mai menzionata dallo stesso regista, salvo rari casi. Il romanzo originale non viene stravolto, non quanto altri rifacimenti, ma dal casting alle location scelte per girare più di qualcosa non torna. Come può la Spagna passare per il Massachusetts? Come fai a dirigere degli attori non inglesi e provenienti da parti diverse del mondo affinchè passino per gli abitanti di una cittadina di metà 1600?
Lo stesso Wenders ammetterà che quel suo momento degli esordi non era il più adatto per una rivisitazione del genere.
Senta Berger e Lou Castel (ovvero i Prynne e Dimmesdale dell'opera originale) non sembrano avere quell'alchimia di una coppia attraversata da passioni e sensi di colpa, col secondo che appare fin troppo traumatizzato e taciturno. Spiccano le espressioni ambigue di Hans Christian Blech nei panni di un inquietante e serpentino Chillingworth.
La colonna sonora del fidato Jürgen Knieper è un altro elemento dissonante, farà meglio in episodi di ben altra rilevanza.
Si trattò di una pellicola non a fuoco, ma che a parere del suo fautore sarebbe dovuta andare a fuoco.
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