Probabilmente sarà stata la mia particolare simpatia per i vinili "live" o la curiosità per un gruppo di cui avevo sentito parlare, ma mai affrontato; fatto sta che in un passato abbastanza recente nella consueta rivendità di album usati mi sono imbattuto in questo doppio "giallo" dal prezzo decisamente invitante e così il passo al mio adorato Thorens è stato brevissimo e sorprendente!

Quando s'arriva a "scoprire" un gruppo in sifatta maniera l'innamoramento può essere profondo e così è stato, se poi andiamo nello specifico e c'imbattiamo, non a caso, in "The King Will Come", vero è proprio cavallo di battaglia degli Wishbone Ash, ecco che il Re anzichè "arriverà" è già presente di fronte a noi con un netto miglioramento rispetto al brano originale contenuto in Argus del '72, certamente l'album più rappresentativo del gruppo inglese. Ma la meraviglia è solo all'inizio e prosegue in crescendo con "Warrior" e "Throw down the Sword" epici brani rock in cui i nostri guerrieri ci trascinano con il fantastico fraseggio medioevale fra i due chitarristi Andy Powell e Ted Turner e si portano dietro il caloroso pubblico di Newcastle. La prima facciata vola così via che è un piacere, manco ce se ne accorge! Si "atterra" un po' con "Rock 'n' Roll Widow" un po' melensa e la successiva graziosa ballata del Faro, entrambi tratti dal quarto album del gruppo non proprio il migliore, ma quello che nell'estate del '73 gli Wishbone Ash dovevano per forza "promuovere", chiude il lato B la cover "Baby What You Want Me to Do" di Jimmy Reed (1959) blues che mette in risalto le notevoli doti dei citati chittarristi e loro significativi virtuosismi.

Il meglio deve però ancora venire e si concretizza con: "The Pilgrim" quando la delicata introduzione che ricorda il frangersi delle onde sulla spiaggia lascia il posto ad un incalzante brano progressive di rara bellezza in linea con il secondo album del gruppo "Pilgrimage" del '71, forse più interessante persino del celebre "Argus" che consacrò il gruppo a livello mondiale e da cui è tratta la ballata successiva: "Blowin' Free" dal buon ritmo ottimamente trasmesso al brano conclusivo "Jail Bait", tratto sempre da "Pilgrimage" e carraterizzato dai soliti scambi di simpatia chitarristica dell'azzeccatissima accoppiata Powell & Turner.

L'esordio della quarta facciata "Lady Whiskey" rende omaggio al brano più celebre dell'album omonimo d'esordio (attenzione siamo nel 1970!) dei "Wishbone Ash" e mette chiaramente in evidenza la relativa immaturità di quel periodo anche se i fraseggi sono comunque apprezzabili. Il rullo della batteria di Steve Upton da il via, dulcis in fundo, a "Phoenix" brano psichedelico "alla moda" sempre tratto dal primo lavoro del gruppo che lascia il posto ad un'incalzante ballata rock che finisce per diventare un marchio di fabbrica dei Wishbone Ash, coniugata in seguito in varie versioni, sempre accattivanti e "arrricchite" dai pregevolissimi fraseggi della già citata coppia di chitarristi anche qui coadiuvata in maniera eccellente da Martin Turner al basso.

In conclusione un ottimo doppio dal vivo che "prende" il giusto e non affatica l'ascoltatore, complice l'altissima qualità sonora dell'incisione; rock di qualità con inserti blues e psichedelici prodotto da eccellenti musicisti; punto debole il cantato in alcuni momenti melenso, ma sostanziamente contenuto e non in grado d'inficiare un giudizio senz'altro molto positivo.

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