Progetto secondario/solista di Sigurd Wongraven (Satyr dei Satyricon per chi non lo sapesse) poco conosciuto e lasciato a mio parere incompleto, "Fjelltronen" è un brevissimo momento di calma apparente che lascia chi lo ascolta o terribilmente annoiato o sedotto dalle visioni che riesce ad evocare. Si tratta di musica ariosa, Ambient per essere precisi, ma con forti richiami Folkloristici, che riescono a rendere meno pesante l'ascolto.
La Lineup è composta oltre che da Satyr, niente di meno che da Ihsahn. Il primo si occupa di tutti gli strumenti e le parti vocali eccetto pianoforte e sintetizzatore, affidati appunto al tuttofare degli Emperor. Il terzo, Hans Sørensen, si occupa delle secondarissime percussioni (per lo più timpani). Per il resto si tratta di 32 minuti di vocalizzi e inni sostenuti da motivi a mio parere molto ben congegnati. Alla fine si tratta di un disco ambient, raramente si può descrivere la tecnica di questa musica. La prima traccia, "Det Var En Gang Et Menneske", da sola vale metà del disco, in quando si districa lentamente tra i suoi 16 minuti e 33, facendo passare momenti di spiccato senso epico, a paesaggi sconfinati di tastiere dalle note lunghe, a arpeggi acustici che accompagnano tra vie di villaggi sperduti accompagnati da campane. Il tutto intervallato da note di timpani molto deboli, che forse potevano farsi più presenti. Ma comunque non credo sia tanto spiacevole così com'è, questa prima metà di Fjelltronen. La chiusura in dissolvenza ci proietta in "Over ødemark", che attraverso folate di vento tra le cime innevate di montagne altissime, ci adagia su un pianoforte ovattato che insiste su un motivetto orecchiabile che progredisce lentamente in velocità e vocalizzi sorprendenti, se si pensa che a farli è Satyr... "Opp Under Fjellet Toner En Sang" è un brevissimo interludio governato da un dolce organetto. Successivamente la quarta traccia riesce a fare a meno dei canti "eroici" tipici della prima metà del lavoro. E sembra proprio che Ihsahn si ispiri tantissimo al suo vecchio bassista Mortiis, nel comporre questo "Tiden Er En Stenlagt Grav", che appunto sembra rubato a "The Crypt Of The Wizard". Il tutto termina dopo 8 minuti passando direttamente nell'ultima traccia, "Fra Fjelltronen", che termina epicamente questo lavoro che, ripeto, a me pare incompleto così com'è, forse perchè è troppo breve, o magari forse troppo scontato.
In ogni caso non credo farà male a nessuno sentirsi questa mezz'oretta, tanto o lo si apprezza per i viaggi tra paesaggi immaginari o lo si cancella dopo 5 minuti per la noia che può suscitare.
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