"Il cuore è davvero un muscoletto molto elastico"  

Sette anni dopo "Manhattan" Woody Allen realizza un altro grande film per la sua già notevole filmografia. "Hannah And Her Sisters" è nuovamente un atto d'amore dichiarato nei confronti della sua città che torna nuovamente protagonista anch'essa di una sua pellicola e non più semplice sfondo delle tante storie che Woody ci ha raccontato. Ma quale trama può essere degna di essere raccontata ora in pieni anni '80, senza più la poesia tardo rivoluzionaria degli anni '70 e i grandi temi di un mondo in pieno subbuglio ideologico, frustrato e frustrante....forse la storia di amori più o meno possibili, di sentimenti buttati al vento e calpestati in nome del perbenismo all'interno di una tipica famiglia borghese americana? "Lo è davvero. Sarebbe un grosso soggetto: un tale che sposa una sorella e non funziona. Molti anni più tardi finisce sposato con l'altra sorella. E sai... come lo potresti migliorare? Eh?" Ecco allora la storia di tre sorelle, dei loro compagni, delle loro storie d'amore difficili, spesso veramente problematiche che comportano sempre alla fine una dura decisione, e per il povero cuore, "muscoletto molto elastico" nella bellissima definizione di Mickey (Woody Allen), sono dolori.

Allen ama raccontare storie famigliari, soprattutto negli anni '80 cercherà di riportare nei suoi film tutte le complessità dei rapporti all'interno della famiglia, ma il grande tema di "Hannah And Her Sisters" è la morale, fin dove possiamo farci guidare dai nostri sentimenti senza tenere conto di quelli degli altri, delle persone a noi più care? Questo è il grande dilemma che affligge Elliot (Michael Caine) sposato con Hannah ma ormai stanco della solita routine e quindi follemente innamorato dell'altra sorella, Lee (Barbara Hershey), ma Lee è già impegnata, o meglio mantenuta, dal pittore Frederick (Max Von Sydow) e cerca inutilmente di non cedere all'insistente corteggiamento di Elliot. Se la storia tra Elliot e Lee è già un notevole problema da gestire gli altri non se la passano meglio; Mickey, l'ex marito di Hannah, è completamente disilluso, ormai il suo lavoro alla tv lo stressa e non gli porta soddisfazioni e in più ha paura di avere un tumore al cervello, quindi dedica tutto il suo tempo alla ricerca della voce di Dio "Ma chi prendi in giro? Tu un Hare Krisna?! Tu che ti rapi a zero, ti vesti con le lenzuola e danzi negli aeroporti. Sembreresti Jerry Lewis. Dio, come sono depresso!". L'altra sorella Holly (Dianne Wiest) è reduce da grossi problemi di droga, non riesce a passare mai un provino perché è semplicemente sfortunata, ogni cosa che fa finisce con il fallire, come il servizio catering con l'odiosa cugina April (Carrie Fischer) che le soffia l'uomo dei suoi sogni (Sam Waterston).

Allen ci racconta l'evolversi di tutte le loro storie nell'arco di tre anni, segnati da tre Thanksgiving molto diversi tra loro e che riflettono i cambiamenti che avvengono o che sono avvenuti nei piccoli "muscoletti elastici" dei protagonisti "Sai, parlavo con tuo padre prima e gli dicevo che è un'ironia. Io passavo sempre il Thanksgiving con Hannah e mai pensavo di poter amare nessun'altra. Ed ecco che passa qualche anno e sono sposato con te. Completamente innamorato di te."  Tre premi Oscar, il superbo Caine, la bravissima Diane Wiest ( la migliore attrice con cui Allen ha lavorato dopo la Keaton) e per la sceneggiatura, il tutto reso splendido dalla fotografia di Carlo Di Palma che immortala scorci inediti di New York.

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