Stilizzato.

Nei cappelli, negli impermeabili nelle sigarette e tutto il resto. Se fate caso all'inizio del film appare scritto in grande, tipo fumetto "1940". "La maledizione dello scorpione di giada" è ambientato in un'epoca in cui gli uomini fumavano sigarette e di notte andavano a rubare gioielli, poi tornavano a casa e c'erano donne bellissime ad aspettarli. Questa è la materia di cui sono fatti i vecchi film e i vecchi fumetti, non la vita vera, e di questo parla il film. E' una storia gonfiata ad arte, come un soufflè. La pellicola ricorda un po' "Dick Tracy", sebbene molto più stilizzto e per la questione dell'ipnosi un vecchio film di Bob Hope.

E' una pellicola del 2001 che vede Allen nei panni di CW Briggs, uno scalcinato investigatore di un grande gruppo assicurativo americano. Il suo lavoro è condotto nonostante tutto con risultati ed abilità, ma la sua vita privata va a rotoli. Nel gruppo assicurativo alla cui testa troviamo un grassissimo Dan Aykroyd, arriva una giovane donna rampante, Helen Hunt (Miss Fitzgerald), che pesterà i piedi a Briggs contestandone i metodi antiquati. Sarà guerra. Tra le altre Miss Fitzgerald è l'amante segretissima di Aykroyd/Cris Magruder, che la tiene un po' in bilico tra la possibilità di lasciare la moglie e mettersi con lei ufficialmente ed una titubanza che sa tanto di opportunismo (come dice Briggs "ti si vuole infilare nelle mutande"). Una sera, ad un compleanno i due "nemici", durante uno spettacolo, verranno ipnotizzati da un curioso losco figuro che manipolerà in fasi successive le loro menti. Apparentemente l'ipnosi finisce alla fine dello show, ma con parole magiche quali Madagascar (per lei) e Costantinopoli (per lui) i due si ritrovano in stato ipnotico dunque in balia degli ordini del dotato lestofante. Briggs ipnotizzato compie un paio di furti e finisce, una volta tornato lucido, per indagare sulla signorina Fitzgerald scoprendo molte cose della sua vita privata, ma un'agenzia investigativa esterna al gruppo assicurativo lo mette alle strette, facendolo arrestare. Con la trama preferisco fermarmi qui per non togliervi il gusto di sviluppi grotteschi ed un po' inaspettati.

A un certo punto un personaggio del film dice: "prima che l'orrido sipario della realtà cali su di noi". Qui emerge la vera personalità del regista americano che pensa di vivere costantemente in trance ipnotica e che tutto appaia apparentemente bellissimo. La verità è che la realtà si ripresenta e non è tanto piacevole. L'ipnosi è un altro modo di creare fantasie. Attraverso l'ipnotizzatore del film è come se nascesse una specie di "film nel film": una sorta di miscuglio comico tra noir e commedia sofisticata (un po' alla Billy Wilder). Ci sono un sacco di scambi di battute feroci tra Allen/CW Briggs e la Hunt/Betty Ann Fitzgerald anche se le risposte femminili non sono particolarmente brillanti. Come nei film anni '40 uomini e donna sono in costante conflitto, tranne nel finale, dove senza capire esattamente come, scoppiano pace e amore. Numerosissime le battute al fulmicotone che esplodono ogni volta che Briggs apre bocca e che denotano un buono stato di forma artistica e comica.

Incredibilmente sexy e cacciatrice di uomini, non va dimenticata Charlize Theron (nei panni di una ricca e dissoluta fanciulla senza regole), che seduce il "sorcio" Briggs per avere una nuova esperienza di vita e causa ipnosi viene respinta.

Resa spettacolare e curatissima del direttore di fotografia Zhao Fei. I costumi e le ambientazioni sono perfette e l'atmosfera fumosa e rarefatta, soprattutto dopo il banco di prova di "Accordi e disaccordi" dove Allen aveva già trasmesso le sue linee guida. In buona sostanza un buon godibilissimo film.

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