In una fredda serata prenatalizia (23/12/07) alla Stadt Halle di Vienna, un pubblico non particolarmente giovane si gustava un aperitivo prima di accomodarsi in teatro ad ascoltare le prodezze della Woody Allen & His New Orleans Jazz Band. L'atmosfera era piacevolmente distesa e il teatro, poltrone rosso fiammante, era gremito in ogni posto da eleganti spettatori.
Il piccolo e timido Allen non si fa aspettare. Entra in maglione verde e pantaloni marroni, a testa bassa, con la sua band. E' concentrato, e non guarda il pubblico. Esile si accomoda su una delle quattro sedie al centro del palco, col suo fido clarinetto. Lo accompagnano Conal Fowkes al piano, Gregory Cohen al basso, John Gill alla batteria/percussioni, Jerry Zigmont al trombone, Simon Wettental alla tromba e il corpulento maestro e leader (come lo definisce alla fine Woody) Eddy Davies al banjo.
L'eptetto parte in quarta. Due pezzi fulminei che strappano applausi ad ogni alternanza di strumento. Allen non è sempre fluido, ma se la cava discretamente. E mentre si svolge il secondo brano si sfila il maglione e si arrotola la camicia: l'artista è caldo.
Dopo i due brani di apertura si avvicina al microfono e saluta il pubblico, e dice "questa sera suoneremo pezzi di NewOrleans anni '40, vediamo che succede", strappando una risata.
Da quel momento si susseguono una decina di pezzi dove ogni strumentista ha il suo spazio e la sua dose di applauso. Il banjo è uno strumento aggraziato e furbetto. Il maestro Davis lo incalza con risate e urletti alla texana divertendo e divertendosi.
Spesso i pezzi jazz dixieland si orientano sul blues ed è curioso come Allen, a dispetto della sua risaputa passione per i classici del puro jazz americano, si diletti anche con fusioni e contaminazioni che sfocieranno in pochi anni in un genere definitivo.
Qualche piccola stecca gliela si concede, ma va detto che in certi frangenti il clarinettista si eleva e compie prodezze soliste energiche e sapienti. Il pubblico si diverte e dopo la presentazione di Allen di tutti i componenti e la loro uscita di scena gli applausi spingono la formazione a rientrare ed eseguire bis e tris.
Ma è davvero la fine e il pubblico è sceso sotto il palco a fotografare. E' tardi, la gente sfolla e pochi fedelissimi si augurano un autografo che non arriva.
Due ore divertenti. Io ero in prima fila.
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