Carol Lipton: "Questa è la cosa più eccitante che è accaduta nel nostro matrimonio!"
Larry Lipton: "Sì, troppo eccitante! Non ne ho bisogno. A me piacciono cose tipo la pesca, la giornata del papà, o sai, quando vedemmo Bing Crosby sulla Fifth Avenue. Non ho bisogno di un omicidio per ravvivare la mia esistenza."

Nel 1993 dopo la disastrosa separazione da Mia Farrow Woody Allen, aiutato nello stendere la sceneggiatura da Marshall Brickman, realizza "Misterioso Omicidio A Manhattan", una nuova piccola e elegante perla nella sua cinematografia. Per riprendersi dalla fine del suo matrimonio si affida all'amica di sempre, Diane Keaton, che probabilmente è la persona che più di tutte lo conosce, non a caso Allen descrive il loro rapporto come una totale sinergia di idee e passioni. Questa volta Woody ci racconta un giallo, o meglio una commedia che sconfina nel Thriller e nella tragicità. I Toni però sono molto diversi da quelli di "Crimini E Misfatti" e del futuro "Match Point", in questa pellicola Allen gioca molto e si mantiene sempre piuttosto leggero, è uno di quei suoi tipici film di transizione tra una fase e l'altra della sua attività che però questa volta assume dei connotati propri molto particolari che lo tolgono dalla definizione di "film minore".

Allen ci riporta ancora una volta un micromondo, la medio borghesia di New York, fotografata quasi in un periodo di rilassamento pre pensionistico. I coniugi Lipton, Larry (Allen) e Carol (Keaton), hanno ormai un figlio all'università (Zach Braff) e soprattutto la moglie soffre la monotonia e la noia che la vita nel suo condominio le offre. Ecco che la morte della vicina di casa, apparentemente per cause naturali, solletica l'istinto investigativo di Carol che si lancia in un'indagine tutta personale coinvolgendo anche il povero Larry e Ted (Alan Alda), suo amico e vecchio spasimante.

Girato con uno stile frenetico e molto veloce, "Misterioso A Manhattan" ha un ritmo molto intenso, le inquadrature, i dialoghi sono incalzanti e a volte molto contorti ed è difficile riuscire a stare dietro a tutti i personaggi quando agiscono in modo collettivo. Tipico del cinema di Allen è la cura maniacale delle interazioni tra i suoi attori, ama si sa dirigere cast corali e rendere la recitazione un tutt'uno, il suo intento è quello di riportare la realtà come si svolge, uno dei grandi pregi di questa pellicola è infatti la spontaneità delle situazioni descritte e la concretezza quasi grezza della regia. La trama poi non è scontata e di difficile soluzione, un giallo a tutti gli effetti condito da una serie di battute (Lo sai che non posso ascoltare troppo Wagner... sento già l'impulso ad occupare la Polonia!) e scene (quella della telefonata con i registratori è fenomenale) memorabili.

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