Trentuno anni dopo: da "Drama" a "Fly From Here".

Gli Yes sono tornati con un nuovo disco, i dieci anni di silenzio da "Magnification" sono stati caratterizzati da tour per celebrare vari anniversari ma senza nessuna nuova pubblicazione. Eccoci arrivati ora, Luglio 2011, con un nuovo disco ma cosa c'entra "Drama", album del 1980? La cosa curiosa è che gli Yes del 2011 sono proprio quelli che incisero quello che per molti è l'ultimo classico del gruppo inglese e interessante fusione tra prog rock e new-wave contemporanea. Allora Trevor Horn torna ai cori, basso e ovviamente produzione, l'occhialuto mago degli anni '80 ora sfoggia una chioma bianco latte che ben si adatta a quelle dei più anziani compagni. Alle tastiere torna Geoff Downes, coautore insieme all'amico Horn di gran parte del materiale. Alla voce si opta per il cantante Benoit David, recente sostituto di Anderson in tour. I rimanenti sono i vecchietti Alan White (un'autentica leggenda vivente del rock), Chris Squire e Steve Howe.

Il disco è basato su uno scarto di "Drama", "We Can Fly From Here", brano di poco più di sei minuti in origine eseguito solo dal vivo nel tour del 1980. Horn e Downes lo hanno così dilatato fino a formare una suite in cinque movimenti in cui il gruppo ritrova un'autentica affermazione delle proprie qualità, quella che era stata una formazione interessante qui si conferma e "Fly From Here" si può riconoscere come una composizione di ottima fattura e molto bella. Alla base c'è quella sensazione di spaesamento che si percepiva in brani come "Machine Messiah" e "Man In A White Car" nel disco del 1980, atmosfere più rarefatte unite a improvvisi cambi di tempo, decisamente molto poco andersoniane. "Fly From Here" è una suite in cui a dominare sono le tastiere di Downes e il basso di Squire, l'"Overture" è già subito indiziaria così come la prima parte. Se amate "Drama" questa composizione vi affascinerà sicuramente, il canto è molto più simile a quello di Horn che alle tonalità cristalline di Anderson, questa è una logica conseguenza della natura del lavoro. Interessanti anche le altre composizioni, spazi solisti di Squire e Howe con il chitarrista che spicca con la deliziosa "Solitaire"

A firmare la cover torna Roger Dean, che omaggia il periodo di "Drama" ridisegnando una pantera che s'addentra nella foresta, il disco del 1980 infatti vedeva in primo piano un gruppo di pantere nere tanto che i fan di questa line-up vengono definiti "panthers". "Fly From Here" è un disco riuscito, fresco, una scarica di vita di un gruppo di anziane e arzille pantere del rock.

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