Secondo disco della chiaccheratissima trilogia che fu simbolo dell'amore di una delle coppie più famose del rock: John Lennon e Yoko Ono.
Lui, celebre ex componente dei Fab Four e creatore di una carrellata di dischi solisti con canzoni indimenticabili e lei, Artista concettuale e complessa, ardita, ribelle e femminista. Lo Ying e lo Yang, due personalità opposte che, come nella chimica sono opposti che si attraggono e creano opere come queste, in cui pare che la schizofrenica passione e creatività della musicista giapponese abbia soffocato la melodia pop-rock del talentuoso Lennon, in cui prevale la sperimentazione più che la musica, suoni più che canzoni.
L'incipit è "Cambridge 1969", lunghissima composizione di quasi mezz'ora che risulta un poco irritante e troppo estrema, "No Bed For Beatle John" canzone riuscitissima ed ovattata, con la Yoko che improvvisa una ipnotica nenia, che sembra essere cantata da una geisha e John appena percettibile sullo sfondo che blatera qualcosa ma è praticamente inesistente, "Baby's HeartBeat", musica concreta di un aborto, "Two Minutes Silence", una cazzata di due minuti di silenzio assoluto, "Radio Play", con John che gioca con una radiolina e le finali ovattate "Song For John" e "Mulberry", acustiche.
Tuttavia non un brutto disco, nonostante sia bersagliato dalla critica, quanto un esempio di sperimentazione interessante e mai fine a sè stessa, anche se forse si tratta solo di un viziuccio da star.
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