Li avevamo già ascoltati insieme in qualche collaborazione sporadica; ora, nel 2006, il nuovo duo del rap formato da Zampa e Jack The Smoker, si butta nella mischia con un lavoro ottimo, più che valido dal punto di vista tecnico e convincente ma senza tante pretese... viva la semplicità!
Le rime di Zampa a.k.a. Mr. Zampini raccontano frammenti di vita quotidiana made in Verona, frasi introspettive a metà tra il nostalgico, lo sfogo e la tragicomicità arrivano, come una freccia infuocata, dritti al cuore; produzioni, firmate Jack The Smoker, non complicate ma efficacissime, beat classici accompagnano campioni soul/blues, atmosfere urban e sequenze di sinth stile West Coast. Le trombe di Zeno Fatti arricchiscono piccoli gioielli già carichi di sentimento come “Cade giù”, “Chill” e “Soli”, il soul invade l’anima e tutto ciò che Zampa esprime nei suoi testi sembra appartenerci, “Niente di nuovo dal fronte” è una crita alla frenetica e confusa società del consumo fatta di cloni, falsi eroi, finto buonismo e speranze che ogni giorno finiscono per naufragate in un mare di merda.
Zampa parla come mangia, è proprio il caso di dirlo, il linguaggio che sfodera non fa il verso al classico slang da mc di strada stile USA, fatto di yo, blin blin, my bitch e cazzi vari, le parole che usa sono vere, dirette, comuni a tutti ma comunque sia piene di rabbia, dolore e straboccanti di agrodolci ricordi; “Verona city” appunto, la ventesima traccia, parla della città a cui Zampa deve tutto, la città dove lui e i suoi amici hanno sofferto o se la sono spassata in giro per pub a bere birrini (come dice lui) e a fare casini, la città che ha regalato al nostro giovane eroe storie varie, non estreme, non da ghetto, ma storie di tutti i giorni che hanno lasciato, nel bene o nel male, il segno, storie che non c’è bisogno di essere un rapper per comprenderle ma bensì un normale ragazzo o ragazza di città; Jap è l’ospite e l’autore di un bellissimo featuring.
Tra le traccie che meritano di essere citate possiamo trovare “ Me la vivo così” : bassline da brivido, sinth incantevole, citazione dei Microspasmi (e come i Microspasmi: va bene ok), voce rauca (come sempre) ma bella rilassata; “Gabbiani” scorre liscia, la linea di basso molto in stile “Quelli che ben pensano” di Frankie Hi-Nrg, lo slang è solo lo slang di Zampa e rime un pò autocelebrative come Zampini è il cognome mio, mi chiamano Gesù perchè rappo da Dio attirano la loro giusta attenzione. Zampa non lagna ma esprime la sua frustrazione come meglio sa fare, Zampa non si inventa niente, Zampa non parla di storie inventate, Zampa parla di Zampa per quello che è e se non ci credete “Un anno terribile” vi aprirà gli occhi: se la strumentale vi sembrerà già sufficente per farvi commuovere, aspettate di ascoltare le parole!
State certi che non resterete indifferenti davanti a un testo come questo, pura analisi sociale:
"UN ANNO TERRIBILE"
Caro amico ti scrivo, fuori la città è una Babele sempre più grande, he affonda nei flash di luci bianche;
dal freddo non riesco a dormire ed il cielo piange,
la neve tinge la luna e bacia le guance.
Tu sei lontano da tempo non ci vediamo, passo sul divano giornì con le mani in mano,
resto in piedi pure la notte, casa mia è un macello
di piatti incrostati e calzette rotte.
Ne mancano sette all’ultimo dell’anno, c’ è qualche festa in giro ma gli altri non so che fanno, e ti dirò la verità,
già mi sa che resto qua fra a farmi le pare sopra il sofà;
tanto neanche per sbaglio riesco a sorridere, è stato un cazzo di anno terribile,
voglio soltanto un pò di pace, come quando tutto in un attimo tace
RIT.:
Quel che mi succede sai
E’ tutto (solo) quel che mi succede sai
Ua yo!
Noi non ci si vede ormai
Da tante troppe lune piene sai
Ua yo
Caro amico ti scrivo e prova a perdonarmi,
ma è stato un anno strano che ora provo a raccontarti,
sai qua dalle mie parti è dura confidarsi e a volte preferisco star da solo piuttosto che lamentarmi.
Giovanna è andata via ad aprile, mi ha fatto un bel discorso ma ero stanco e non stavo neanche a sentire, tipo: “Cerca di capire, io penso al mio avvenire…”
E che ti posso dire, volevo solo morire…
ha preso le sue valige, i suoi pacchi, i libri, le sue tazze e le scarpe con gli alti tacchi, mi ha dato un bacio sulla fronte, mi ha detto ci sentiamo presto, ed è scomparsa via all’orizzonte;
e io da stupido ho provato a chiamarla, per dirle che se vivo e per starle vicino e amarla, ma lei nemmeno rispondeva, chissà cosa faceva , chissà con chi e dove era… .
RIT.:
Caro amico ti scrivo,
la vita a volte sai è un gran casino,
capire un giorno che non puoi essere più bambino,
certo che il destino sia certo ed un bel mattino senza avviso, ti accorgi che e’ vuoto l’ altro cuscino.
E i giorni sembrano più lunghi, le ore sono bradipi ammuffiti come funghi, lavoro nello stress, senza neanche pensare, sono un automa, ho il cuore freddo e la mente in stato di coma;
e i giorni poi si fanno mesi, adesso e’ quasi un anno che mi muovo da solo come Dick Tracy;
silenzioso e diffidente, solitario e indifferente, non vedo nessuno e non penso a niente.
Certo che e’ strano per davvero, come ti accorgi quanto sia importante la luce solo se è nero,
e del valore delle cose quando le perdi, avolte l’ abitudine secca i parchi più verdi.
Quindi amico ti scrivo e non preoccuparti, so che con il tempo il tempo saprà curarmi,
spero in futuro d’ incontrarti, vederti e parlarti, ti saluto ora è tardi…
Per quanto riguarda i feat. di un certo spessore troviamo pezzi un pò meno introspettivi ma comunque sia eccezionali, ad esempio: “Spywar(e)” feat. Ape & Hakeem, “Musica e demoni” feat. Gomez o “Electrorapmusic” feat. Bassi Maestro.
Consiglio questo ottimo album a chi ha voglia di piangere e poi consolarsi, sfogarsi e poi calmarsi...
Carico i commenti... con calma