America, fine anni 60, Billy Gibson [http: //guitar-masters.com/Players/GP-Billy_Gibbons.JPG] voce e chitarra dei "Moving Sidewalks" che cavalcavano le orme di Hendrix, fece si che il gruppo si sciogliesse dopo l'uscita del primo album.

Si formarono così gli "Zz top", con Dusty Hill come seconda voce e basso [http://www.johndouglas.com/images/XXXDUS1. jpg] e Frank Beard alla batteria. Solo tre persone quindi formarono il "Zz top", un sistema musicale che pur mantenedo vivo il tipico rock Texano influenzato da varie simbologie country si mescolava al blues, a tecniche puramente hard-rock e con il passare del tempo si avvicinava sempre più all'heavy metal.

Voce Rauca e rozza assoli e riff belli e divertenti fecero acquisire parecchio successo alla band, che contribuiva a colpire l'attenzione del publico puntando su un look originale e divertentissimo. Rappresentarsi come il proprio genere musicale si rivelò per gli Zz top fondamentale e azzeccatissimo. Così come i cantantucci popolari si vestono e curano da bellocci, e i cantanti death metal si dipingono la faccia, gli Zz top dovevano vestirsi in Blues\Rock|Hard Rock\Country|Heavy e quindi ecco due barbe chilometriche e bionde, giacchette di pelle, camice sgargianti e occhiali da sole. Tre persone, solo tre persone, rimasero unite per più di 35 anni segnando un punto fondamentale nella storia del rock. Fecero anche delle colonne sonore, tra cui "Mexican blackbird" per il film "Dal tramonto all'alba" e "Doubleback" per "Ritorno al futuro parte 3", il cui videoclip simpaticissimo è presente nei contenuti speciali del dvd.

Ma gli Zz top sono esseri umani, e come praticamente tutte le legende musicali anche loro ricadono e scendono con il passare degli anni nell'imperfezionare il loro stile, scemandolo e rovinandolo. "Mescalero", del 2003 ripropone i barbuti Texani in un contesto più Metallico e hard country rock che Psichedelico\classico e Blues con il quale spopolarono e si affermarono, è sostanzialmente un bel disco, con dei bei ritmi rock molto hard e piacevoli punti di ascolto, un album che piacerà molto agli amanti dell'hard rock alternativo, ma nello stesso tempo un album che delude chi ha seguito la band fin dagli esordi. Dalla fine degli anni 60 al 2003 c'è in mezzo un susseguirsi di generazioni, di mode, di tendenze e di contesti sociali culturali impossibili da negare che non possono aver fatto nient'altro che mettere fuori rotta la fantasia di una band ormai anziana, e 16 canzoni stanche, azzardate e consumate si sentono parecchio.

Ma fingiamo per un attimo di non conoscere affatto la band di Gibson, e di comprare "Mescalero" in un negozio perchè incuriositi ad esempio dall'artwork o dalla title track. "Mescalero" è una canzone tipicamente hard rock priva della fluidità e del rapporto di interconnessione di una pluralità di ritmi che caratterizzò la band, ma ha un ritmo molto motivato, un gioco di batteria e chitarra tipico dell'rock'n heavy e un ritornello orecchiabile, una canzone rock di per se accettabile e con la presenza di assoli digitali tipo xylofono. Segue "Two Ways To Play" che mantiene viva l'anima hard rock e non colpisce su niente in quanto non ripropone nulla e non introduce nient'altro se non un'arietta di "Nu" che sinceramente può irritare l'ascolto, da notare che la chitarra è ormai una chitarra distorta, un elemento che non faceva parte della natura di Gibbons. "Alley Gator" si annuncia con un giochetto di basso e fisarmonica, mantiene un ritmo duro e selvaggio con assoli anche di batteria, per tre minuti dà solo impressione di monotona. Recupera "Buck Nekkid" che secondo me è molto bella, e si riallaccia meglio alla vera natura della band, un ritmo quasi rock'n roll se non fosse per la chitarra distorta tipicamente hard, un ritmo da strada anni '70 molto intrigante e orecchiabile. È il turno poi di "Goin'so Good" molto bella, che pur non conosciendo il testo la vedo perfetta per uno spot di jack Daniels, una canzone malinconica e triste, lenta e che mantiene ben saldo il riferimento sonoro al texas, ai deserti e al country. "Me So Stupid" è rintracciabile in quell'insieme di belle canzoni ma già sentite da altre band, mentre "piece" ha un ritmo bellissimo e degli assoli graffianti e prolungati molto belli da ascoltare. "Punk Ass Boyfriends" è ciò che dagli zz top non avrei mai immaginato di sentire, un'accostamento del genere a tematiche moderne e commerciali per fortuna "What Would You Do" molto carina, riprende la musicalità classica e stavolta riprende proprio il tema boogie che sembrava essere sparito. "Que Lastima" è carina e dolce, melodica come una preghiera, cantata in portoghese mentre "Liquor" con la quale l'album chiude riprende un pò di tanti aspetti per concentrarli su questa traccia conclusiva che lascia un pò di vuoto in bocca.

Ecco, da questa analisi delle canzoni è facile capire che l'album non è poi tanto male, e che anzi potrebbe appunto piacere parecchio agli amanti del rock alternativo. È un pò una lezione, sembra voler impartire all'ascoltatore una morale. La morale è questa:

"Il successo non sarà mai eterno, e se sempre popolari, anche le migliori star nel campo della musica andranno scemando o autodistruggendosi".

Gli Zz top sembrano dire

"Con questo album proponiamo ciò che abbiamo scartato, o che non abbiamo mai fatto ma avremmo fatto in altre circostanze, questo è il capitolo di chiusura con il quale la gente del duemila può cercare di riscoprirci per poi autodocumentarsi sul nostro passato, ci godiamo le vacanze".

E allora buone vacanze a una band che ha fatto la storia del rock.

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