Chiusa o accantonata l'esperienza Red Sparowes e Battle of Mice, Josh Graham (visual per i Neurosis) da vita a questo nuovo progetto insieme a Domenic Seita (basso) e Vinny Signorelli (batteria).
A Storm of Light il nome sotto il quale in questo 2008 esce il primo album. "And We Wept the Black Ocean Within" è un connubio di visioni glaciali e profonde come l'oceano, elemento quest'ultimo su cui si basa questa sorta di concept.
Le infuenze Neurosiane sono decisamente evidenti, ma non schiaccianti (non ci troviamo davanti ad una brutta copia dei Neurosis) ben strutturati i pezzi, possenti e mastodontici riff di chitarra accompagnano l'ascoltatore sin dalle prime note di "Adrift", opening dell'album.
La voce scura e possente di Graham riesce bene a dare l'idea di profondita che permea questo lavoro, la batteria semplice e decisamente presente da quel ritmo lento che acuisce di volta in volta il fluire di un disco decisamente cupo. Non c'è nulla che possa spiccare, a livello di pezzi suonati, in questo lavoro, non c'è una canzone che andrebbe fatta notare più di qualche altra, non ci sono "hits" da segnalare, ma è il complesso del disco che vale la pena di apprezzare.
Senza poi considerare lo splendido (e questo si che spicca) artwork che accompagna il disco, del resto Graham ci sa fare con le immagini, basti appunto pensare al suo ruolo di "visual" nei Neurosis!!
Cade questo disco, ecco come definirei la cosa, questo disco cade in un oceano nero fatto di frequenze basse e riverberanti, e raramente durante l'ascolto si può emergere per prendere una boccata d'aria, si ha proprio la netta sensazione di essere sott'acqua e che oltretutto sia anche notte!
Incubi galleggianti, e atmosfere del terrore vengono descritte lungo le 10 tracce del disco, pochi fronzoli, ma buonissimi riff e ottima scelta di suoni, a dir poco gonfi e violenti. "Leaden Tie" è forse il pezzo a cui sento di dover dedicare qualche passaggio in più, non perchè sia particolarmente fuori contesto o spicchi per qualche caratteristica, semplicemente è un pezzo possente, dove l'influenza Neurosis diviene ottimo spunto su cui tessere una tela melmosa, con un buon utilizzo del Synth come strumento d'ambiente. La batteria scandisce con crudeltà un tempo lento che ci accompagna sempre più in un abisso oceanico oscuro e popolato da mostri che nemmeno l'immaginazione più malata potrebbe forse concepire.
Un disco d'ascoltare di notte forse, un disco che sa dare all'ascoltatore emozioni e brividi improvvisi senza chiedere tanto in cambio. Bisogna saperli ascoltare i dischi, e questo album non chiede altro, essere ascoltato e metabolizzato. Una volta fatto questo probabilmente non vi ci staccherete più.
Infine c'è "Breach" che ci accompagna verso la chiusura del disco. Tetri suoni di una nave in porto aprono questa traccia, mentre riverberi e feedback di chitarra lasciano l'ascoltatore in attesa di un qualcosa, ma saranno solo le onde del mare a chiudere questa traccia senza altra speranza. Il mare nero arriva e si porta via tutto, non c'è via di scampo.
Quindi con un annotazione nuovamente sull'artwork, realmente splendido e terrificante allo stesso tempo, mi avvio a concludere dicendo che la cura che c'è dietro fa aumentare esponenzialmente una possibile votazione finale del disco, che comunque parte da un buonissimo voto già di per se!
Chi ha amato i Red Sparowes, forse non troverà soddisfazione in questo progetto, o forse basta semplicemente pensare che per quanto Graham abbia suonato in entrambi i gruppi, questi A Storm of Light sono una cosa totalmente diversa!
Curioso poi il nome della band. "Tempesta di luce"... e in questo disco di luce propio non ce ne! anzi è tutto profondamente buio e scuro!
Gran bel disco!
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