“Ah, se solo avessi più tempo…”

Credo di aver scritto negli anni con i vari utenti che ho creato un tomo bello grosso di una enciclopedia, credo di aver appioppato qualche decina di migliaia di stellette (più di una "ad minchiam"), tonnellate di mi piace su brani raramente ascoltati e ammmmmmore che manco di notte in quelle strade lì, non proprio in centro storico. Tutto questo per aumentare una cosa oggettivamente essenziale: il DeRango. Lo ammetto: se mi guardassi da fuori, tolte le ore del lavoro, mi potrei tranquillamente definire uno stupratore seriale del tempo viste le ore che trascorro qui per alimentare il mio insaziabile ego. Questa droga unita a tutte le altre attività inutili che faccio meccanicamente a casa mi fanno volare via le giornate e con esse la mia età. Ogni tanto mi sento un po’ come l'ufficiale Drogo ma invece che aspettare il nemico che non arriva, attendo di avere tempo.

Intendiamoci, io credo che nella vita un po’ di sano cazzeggio per gli hobby sia un diritto e perdere delle ore è un lusso che dobbiamo ricercare di tanto in tanto: Hesse ci ha scritto un gran libro a riguardo “L’arte dell’ozio” e io ve lo consiglio. Rallentare e svagarsi è essenziale, così come non prendersi troppo sul serio. Detto questo è anche giusto forse ritagliarsi delle ore per sviluppare rapporti sociali e anche un minimo di spirito critico. Utilizzo l’aggettivo essenziale non a caso ma perché sono convinto che lo sia adesso più che mai. La società dei social network ci ha regalato una semplificazione dell'informazione, una radicalizzazione e sintesi estrema della stessa che non ha eguali nella storia e che sta erodendo in maniera drammatica lo spirito critico e la socializzazione.

LIMES

Ed è anche per questo motivo che cinque anni fa, quindi con ogni probabilità saranno stati sette, mi sono abbonato a questa rivista italiana di geopolitica. L’ho fatto perché mi ricordava una persona speciale che non c’è più e che la leggeva spesso. La stimavo quella persona e ricordo tanti bei discorsi fatti insieme, spesso davanti ad un bicchiere. Così ho fatto l’abbonamento online: avrò letto si è no 10 articoli in un anno. Ho i miei tempi ma oltre ad essere pigro sono anche testardo e così dopo altri tre anni mi sono regalato l'abbonamento cartaceo ed è tutta un’altra cosa. In un modo o nell’altro mi costringo ogni mese a “trovare il tempo” per leggerla e devo ammettere che è una lettura stimolante. Trovo che spesso l’informazione di giornali e media sia di parte e comunque generalizzante: ci considera come dei bambini scemi e così semplifica con due colori in due tonalità: il bianco, bianchissimo ed il nero, nerissimo. Fine.

Limes mi piace perché ci parla del colore grigio di tutte le sue migliaia di sfumature. E' una tonalità meno sgargiante ma credo sia quella che si avvicina a fotografare meglio la realtà. La rivista ha quasi 30 anni ed è diretta da Lucio Caracciolo ed in ogni mensile (200/300 pagine al massimo) trovi lo stesso formato: editoriale con tanto di mappe rigorosamente a colori seguito da più parti che sviscerano temi toccando quasi sempre tutti i continenti.

Il nuovo numero che mi è appena arrivato e che ho utilizzato come "copertina dell'opera" tratterà degli U.S.A. e della loro crisi interna. Nel 2022 si è parlato tantissimo di Ucraina ma nel recente “Tutto un altro mondo” si è analizzato il mondo multipolare che si sta delineando con la zona di guerre (“Caoslandia”) che si sta avvicinando ai nostri confini. Non voglio entrare nel dettaglio dei vari numeri, sarebbe stupido. Quello che voglio tentare di esprimere è che mi piace il modo professionale e asettico in cui vengono esposti pareri anche distanti tra loro. La rivista è occidentale ma estremamente critica e professionale. Ha il pregio di far sentire più campane e così ti ritrovi a leggere gli stessi avvenimenti esposti in due/tre articoli che hanno un taglio completamente diverso. Ci sono interviste a politici, diplomatici, militari, esponenti di aziende nazionali/internazionali e soprattutto puoi godere di una bibliografia sconfinata. Se un articolo ti ha interessato puoi andare sul sito internet per ricercarlo: in automatico sotto il testo troverai i rimandi ai numeri precedenti che hanno già trattato quel tema.

La rivista ha una visione di medio lungo termine. Ti fa capire che gli equilibri sono costantemente messi in discussione e che le interconnessioni che si creano quasi quotidianamente sono semplicemente incalcolabili. Uno bosco fittissimo nel quale mi piace provare ad addentrarmi... tra una cazzata e l'altra.

Ogni volta che finisco un numero mi sento più ignorante e devo ammettere che in fin dei conti è una gran bella sensazione. Io non sopporto le persone che credono di sapere tutto.

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