Registrato diversi anni dopo la tragica scomparsa del leggendario cantante Bon Scott, Back in Black contiene l'Hard Rock allo stato puro: un concentrato di melodie studiate a regola d'arte e anfetaminici assoli che fuoriescono prepotentemente dalla Gibson di Angus Young.

La track di testa (che reputo una delle migliori del CD) dopo un susseguirsi di funebri rintocchi che riportano alla tragica morte di Bon Scott, si apre con un melodico arpeggio di chitarra successivamente sostenuto dalla batteria di Phil Rudd e dal basso di Cliff Williams. Addentrandosi a fondo nel brano troviamo poi diversi giri di accordi che sostengono la voce di Brian Johnson interrotti solamente dall'esplosivo assolo di Angus Young.

Uno dei migliori pezzi in assoluto degli AC/DC, che desidero descrivere a fondo per la sua espressività e per la sua totale coerenza con il titolo, è Back in Black: la title track viene aperta da un riff che vede l'alternarsi della melodicità delle chitarre sostenuto ancora una volta dalla batteria di Rudd, inoltre irrompe proprio nella intro la furia di Johnson espressa con il suo tipico stile urlante e isterico che si prolungherà poi per tutta la durata del brano. Troviamo un eccezionale assolo di A.Young diviso da un breve interludio accompagnato dalla ricomparsa del vocal di Johnson. Oltre ai pezzi descritti precedentemente troviamo tutti brani alquanto "vivaci" tranne per ciò che riguarda la track di coda che mantiene un ritmo più statico e cadenzato.

Questo comunque rimane il lavoro migliore della Rock band australiana e ritengo che sia uno dei migliori album che l'Hard Rock abbia mai avuto.

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