Non bastava essere stato la chitarra di musicisti incredibili.

Non bastava aver fatto la parte del leone nei King Crimson dagli 80s e fino a qualche tempo fa.

Non bastava una carriera solista fatta decine di dischi ora prog, ora pop, ora d’avanguardia e ora rock/beat.

E non bastava nemmeno aver suonato la chitarra come se si fosse in un’orchestra, dato una nuova linfa all’elettronica (sempre e solo tramite la chitarra) o aver formato un power trio capace di concerti al fulmicotone dopo aver scoperto musicisti eccezionali (Julie Slick su tutti).

No, ad Adrian Belew questo non basta.

Ed ecco perché a sessantacinque anni suonati si imbarca in una nuova e rivoluzionaria avventura, chiamata “FLUX: music that is never the same twice”.

Flux non è un disco ne uno streaming ne niente di simile: potrei dire che è “semplicemente” una app, ad oggi solo per Iphone ma in via di sviluppo anche per Android, in cui Adrian ha riversato le fatiche degli ultimi 4 anni insieme a Daniel Rowland, che l’ha assistito durante le registrazioni nel suo studio casalingo e a Nick Mueller della MOBGEN, che ha creato la parte visual.

Si, ma in concreto, come funziona ‘sto FLUX?

"I believe the world needs a new way of hearing music."

Si compra (ad 8,99 euro), si lancia e ci si apre un mondo nuovo, un universo fatto di canzoni, suoni, composizioni, loop, idee, spezzoni, intro e tanto altro.

Le tracce sono centinaia, sempre in sequenza casuale, quindi ci si può imbattere in canzoni complete (circa una ventina) di durata variabile da 1 a 5 minuti come in suoni di pochi secondi, in spezzoni di canzoni (magari un ritornello, una intro, un assoletto) oppure in versioni alternative di altre composizioni presenti.

Il tutto accompagnato da animazioni che cambiano continuamente di forma, colore e movimento, ad esaltare perfettamente la traccia musicale che ovviamente deve farla da padrone.

Si ha la possibilità di farsi una playlist di preferiti come di skippare alla prossima composizione, oppure visitare lo store (coming soon, al momento) o leggere le ultime novità e, perché no, di salvarsi un’immagine qualora l’animazioni ci piaccia particolarmente.

La cosa che mi ha colpito molto è la sensazione di assoluta libertà che si respira ascoltando la musica da questa app, come se Adrian si fosse sentito finalmente senza catena alcuna, sia essa data da un Fripp qualunque, dal bisogno di vendere tot copie o di assolvere a tale aspettativa; suona TUTTI gli strumenti di ogni canzone e si permette il lusso di inserire ogni tipo di rumore che gli va a genio (“Footspteps”), o un soundscape (“Sea Anemone” e molte altre), o la figlia che canta con il pitch sulla voce (“Annoying person”), tanto per fare qualche esempio assolutamente non esaustivo.

E a non dire di quando canta del proprio cane (“Peep”), di quando suona il Koto giappone (“Two Kotos”) o si avventura in territori country/bluegrass (“A Happy Cowboy”).

Poi però, tra mille divertissment, ecco le perle; canzoni meravigliosamente pop con testi parecchio personali e spesso amari, ma impossibili da dimenticare dopo un ascolto o due, e senza fare troppi titoli inutili; idee di 40 anni fa a cui dare finalmente il giusto lustro, canzoni dell’ultimo secondo o solo una frase di chitarra da mandare in loop e su cui suonare qualcosa.

La qualità compositiva e sconvolgente se pensiamo che ci sono parecchie ore di musica e molte altre se ne aggiungeranno in futuro.

Un futuro nel quale Adrian, ne sono sicuro, non tarderà a stupirci con qualcos’altro di nuovo e non convenzionale; ormai così ci ha abituato e di certo non ci aspettiamo niente di meno.

Continuerà, per sua stessa ammissione, a pubblicare dischi ma al tempo stesso ma, ne siamo sicuri, si inventarà anche qualcos’altro che ci farà rimanere a bocca aperta.

Per dirla con parole sue: “Can’t wait to see what’s next”.

P.s.: a corredo di FLUX, uscirà a breve un’ulteriore app chiamata FLUX:FX, ovvero un multieffetto virtuale da collegare alla chitarra per replicare tutti i suoni del Maestro.

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