Stai fermo ma viaggi, è questo il segreto. La strada è dentro la stanza, anche se non è propriamente una strada, ma una ragazza che canta, si chiama Adrienne e ha un cappello da cowboy o forse uno scoiattolo in testa, vai a saperlo.
Vai a sapere anche come siano possibili certe faccende: il tono umanissimo e gentile, le melodie sottopelle, la voce che racconta e che incanta.
Sia come sia, è una meraviglia di cui tutti, ma proprio tutti, si accorgono: il fantasma del palcoscenico, le nuvole fuori dalla revolution hall, il tizio in prima fila, persino quello che sta al bar, sempre che un bar ci sia.
Ah signori, questo è un disco dal vivo e non un insieme di canzoni con degli applausi in mezzo, sarà che lo spirito è libero e l’attimo benedetto, sarà che alla perfezione si chiede gentilmente di farsi da parte.
Ecco allora tutta una serie di extra, il soundcheck, le chiacchiere nel backstage, il buttafuori mistico, lo smandrappato in quarta fila, i messaggi in segreteria, il tizio che starnutisce, il bau bau del cane di Adrianne, le risate, la sala prove, i garbugli.
E’ un piccolo caos di istanti acchiappati al retino come farfalle e immagino sia li a far da contrappeso alla trascendenza delle canzoni. E’ dolce volare altrove, è dolce tornare sulla terra.
Che dire poi del lavoro di incastro e collage? Registrato con tecniche diverse, tra bassa fedeltà e qualcos’altro, il suono è ora appannato, ora brillante. Ora ti arriva dritto addosso, altre volte devi andarlo a cercare.
La transizione tra le diverse tecniche non avviene solo tra una traccia e l’altra, ma, a volte, anche all’interno della stessa canzone, l’effetto è una specie di vertigine o qualcosa di simile ai colori della copertina.
E’ un sovrapporsi di mondi parelleli, in uno a cantare è la ragazza col cappello da cowboy, in un altro è la fanciulla con uno scoiattolo in testa.
Ad ascoltare, e commuoversi, per i milioni di picchi emotivi presenti nel disco, sono, volta a volta, le nuvole fuori dalla sala da concerto, il fantasma del palcoscenico o chissa chi.
E così, con un ultimo colpo di dadi, siamo tornati all'inizio. Chiudere a cerchio è sempre una soddisfazione.
Trallallà...
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