Gli Aerosmith sono uno dei pochi gruppi rock (l'unico?) ad aver resistito alla prova più difficile per una band: quella del tempo. Anzi, forse hanno fatto qualcosa di più: sono riusciti a tirare fuori alcuni dei loro capitoli migliori nella parte finale della loro carriera, dopo gli ottimi album d'esordio. Probabilmente la crisi che ha attanagliato i componenti in tutti gli Ottanta ha fatto sì che il meglio venisse appunto dopo, tutto d'un botto, come se fosse rimasto ingabbiato per troppo tempo; e l'album in questione rappresenta allora l'uscita dal tunnel.

Tra il dicembre 1991 ed il gennaio 1993 gli Aerosmith entrano quindi in sala di registrazione con un solo, preciso, obiettivo: recuperare i fasti passati, e con essi i fan che da tempo aspettano un lavoro all'altezza. Bé, proviamo a metterci nei panni di chi, nel 1993, appena comprato il vinile o la cassetta, lo mette impazientemente sul giradischi o nella radio: pochi secondi e parte l'Intro, un pò spiazzante a dire la verità. Che i Run DMC abbiano portato - per così dire - un'influenza... troppo incisiva? Ecco che repente arriva la smentita: l'Hard Rock puro di Eat The Rich, il miglior pezzo del disco, riprende l'intro, il riff di Walk This Way e per il resto si concede ad un'inaudita esplosione di energia, evidenziata peraltro dalla batteria di Kramer. Get a Grip contiene la migliore prestazione vocale dell'intero lp, mentre in Livin' on The Edge Tom Hamilton sfodera un ottimo assolo di basso. Forse il trio di ballatone Cryin', Crazy e Amazing stonano leggermente all'interno del contesto definitivo, ma servono solamente a ribadire - per chi se ne fosse dimenticato - che gli Aerosmith, oltre ad essere quelli di Walk This Way e Eat The Rich, sono pure quelli di Dream On (tanto per fare un esempio).

Siamo appena entrati negli anni '90, Mtv spopola, ed anche grazie al video di Crazy ed al relativo successo commerciale del disco il gruppo si aggiudica ben 7 dischi di platino. Gli Aerosmith erano tornati, e se volessimo fare un paragone con i loro "mentori" Stones, che nello stesso anno firmano Steel Wheels, bé, direi che non c'è proprio partita. O no?

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