Attento osservatore delle molteplici culture e sottoculture che animano il complesso panorama della musica più o meno popolare contemporanea, mi rendo conto sempre più chiaramente che quello che ci appare come innovativo è spesso solo increspatura alla superficie, mentre chi veramente getta i semi del cambiamento è la mostruosità, percepita tale attraverso le lenti opache della contemporaneità, destinata poi a divenire standard negli anni a seguire.

Stephen O'Malley, ridendo e scherzando, è divenuto oggi un punto di riferimento nell'ambito dell'avanguardia dell'Estremo del terzo millennio; in un certo senso è come se ricoprisse il ruolo culturale che John Zorn ha rivestito fino a qualche anno fa. Chi avrebbe scommesso, del resto, che gli abomini sonori vergati Sunn O))) o Khanate sarebbero divenuti nel tempo non solo qualcosa di accettabile per le orecchie, ma persino qualcosa di credibile e degno di un seguito? Oggi sono rimasti davvero in pochi quelli che ancora ritengono che si tratti di una sonora beffa ai danni dei nostri portafogli, mentre sono convinto che domani sarà palese a tutti come questo scempio sonico costituisca un passo ulteriore oltre i confini del comprensibile.

Con "Faking Gold & Murder" il terzetto composto da O'Malley (chitarra ed elettronica), Daniel O' Sullivan (elettronica, rhodes) e Vincent De Roguin (elettronica, organo), sfodera la sua opera più colta e raffinata.

Dimentichiamo anzitutto Sunn O))): in bilico fra ambientazioni cosmiche, destabilizzazioni free-jazz e tetro occultismo, questo lavoro targato 2009 (indubbiamente il più riuscito) del progetto Aethenor accantona gli eccessi della band madre di O'Malley, per far leva sulla kosmische spirituale dei Popol Vuh pre-Hosianna Mantra, e per poi librarsi nell'empireo della musica rituale, forte del contributo del maestro del disagio esistenziale per eccellenza David Tibet.

E proprio per voce dell'irrequieto cantore dei Current 93, l'entità Aethenor finisce per coniugare arcano ad avanguardia, paure ancestrali ed incubo psicoanalitico della contemporaneità, in un unicum sonoro coerente, formalmente ineccepibile, entusiasmante dal punto di vista dei contenuti.

Le chitarre giocano il ruolo di rubinetti arrugginiti che sgocciolano acqua putrida in acquitrini pestilenziali. Provvidenziali, invece, le incursioni percussive di Alex Babel e Nicolas Field, che destabilizzano il percorso (trentacinque intensi minuti), sconquassando il silenzio con il fragore di rombanti esplosioni di piatti, farfugliamenti nel sottofondo, tintinnii sbilenchi assestati nel buio: tocchi di malsana vitalità che animano il ribollire di un'elettronica capace di evocare i fantasmi di un'avanguardia teutonica forgiata agli albori degli anni settanta (da sottolineare, a tal riguardo, i fraseggi kraut-simil-clusteriani della chitarra dell'altro guest Alexander Tucker).

Come accade nei Sunn O))) più scricchiolanti, o nei Khanate più azzerati, l'arte dilatata e sconsolante degli Aethenor è un gioco di ombre ed assenze, solo a tratti cancellate da sbalzi di equilibrato rumorismo, e magicamente illuminate dalla poetica allucinata del menestrello Tibet, la cui voce, reale, vibrante, persa nel vuoto di un imponente labirinto di ebano, edifica rituali che affondano direttamente nella sfera dell'inconscio, prima ancora che nell'esoterismo che caratterizzava i primi terrificanti album dei Current 93.

Paura, delirio, ipnosi, meditazione; attese terribili in corridoi vuoti e bui, passi tremolanti su carboni ardenti, gesti lenti e misteriosi che richiamano simbologie arcane; e ancora: serpi droniche che sgusciano nell'acqua ristagnante, il brillio di diamanti preziosi sepolti sotto la melma, nel laboratorio alchemico di O'Malley e Tibet si forgia oro vero, altro che falso!

La storia, probabilmente, non passa nemmeno da queste parti, ma che capolavoro è questo "Faking Gold & Murder"! Un'opera che riesce ad essere più imponente e significativa degli ultimi sforzi, pubblicati in questi giorni, di Sunn O))) e Current 93. Il seme è stato così gettato, la mostruosità avanza, è incontrollabile, assume sembianze nitide, oltre che catastrofiche: un altro passo in avanti viene compiuto infine nell'oscurità.

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