Ho paura di chiudere gli occhi, perché so che al mio risveglio tutti i nostri progetti futuri e le nostre belle parole saranno andate in fumo. Perché so che, domattina, questi potrebbero non riconoscere più i tratti del tuo volto, del tuo viso così come è cristallizzato nella mia memoria e scolpito nei miei ricordi e nella mia anima. Perché chiudere gli occhi potrebbe rendere il mio cuore più leggero e placare i miei demoni, soddisfare la mia sete e lasciare che il freddo del mattino spazzi via tutti i nostri sentimenti, come cenere. Perché so che le fiamme dell’inferno divamperanno nel nostro appartamento e, quando questo fuoco avrà finito di ardere, qui tutto intorno e nella mia anima non ci sarà più nulla. Perché sento che l’Apocalisse è vicina e che, sebbene tu sia qui al mio fianco, presto sarai lontana.

Nato tre anni fa come sublimazione delle idee di tre eccellenti musicisti quali Stephen O’Malley dei Sunn O))), Daniel O’Sullivan dei Guapo e Vincent De Roguin, gli Æthenor sono una delle novità più foriere di nuovi contenuti e di nuove espressioni sonore degli ultimi dieci anni.

Faking Gold and Murder (VHF records) è il loro ultimo lavoro discografico e segna un’inversione di rotta netta e una maturazione rispetto ai due precedenti Lp, sostanzialmente strumentali. Possiamo, infatti, senza dubbio dire che questo disco si presenta all’ascoltatore come il vero e proprio compimento di un processo di crescita e di perfezionamento alla ricerca di una sonorità che sia piuttosto che riconoscibile un vero e proprio marco di fabbrica del trio. Il risultato è una riuscita combinazione tra sonorità che rievocano un gelo cosmico e infinito; ancestrali atmosfere magiche e sognanti e allo stesso tempo caotiche e penetranti come il vento freddo che viene dal mare e scalfisce le nostre labbra e i nostri volti d’inverno; un cantato visionario e sussurrato, quasi teatrale, in cui non possiamo fare a meno di riconoscere il timbro vocale e l’espressività febbrile di David Tibet dei Current 93, alla pari dello straordinario chitarrista Alexander Tucker pienamente coinvolto nel progetto Æthenor nella realizzazione di questo disco.

Faking Gold and Murder è la riuscita alchimia tra melodie evocative e sonorità rumorose, un elegante frastuono dal forte impatto emotivo e da un ritmo comunque sostenuto, caratterizzato da una sezione ritmica forte di due percussionisti con le palle. E’ comunque da considerarsi a suo modo un piccolo capolavoro e una delle uscite più interessanti degli ultimi anni. In attesa del prossimo lavoro degli Æthenor, la cui uscita è prevista nei prossimi mesi, quando i ghiacci cominceranno a sciogliere e giusto in tempo per frenare la rinnovata primavera, che potrebbe cominciare a fiorire tutto attorno e dentro di noi, e lasciare nuovamente spazio alla Apocalisse.

Questa Apocalisse che mi lascia annichilito e che non è altro che il posto dove finiscono i sentimenti e dove le fiamme lasciano spazio all’incedere del gelo degli inverni. Dove la colonna sonora deve essere simile alle note e alle atmosfere scolpite nel gelo delle nostre anime della musica degli Æthenor. Perché niente meglio di Faking Gold and Murder, infatti, saprebbe meglio descrivere questo senso di desolazione e questo deserto innevato che è la mia anima, questo inverno.

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Di  mementomori

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